La fondazione ‘Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah’ organizza, in collaborazione con l’archivio di Stato di Ferrara, il convegno internazionale “Vicino al focolare e oltre. Spazi pubblici e privati, fisici e virtuali della donna ebrea in Italia (secc. XV-XX)” che avrà luogo oggi, martedì 18, e domani, mercoledì 19 novembre, nell’aula magna del dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, via Voltapaletto 11 – Ferrara.
Il convegno intende sia mettere a fuoco alcuni degli ultimi e più qualificati esiti degli studi in atto sia fornire nuovi spunti di ricerca sulle tematiche inerenti la presenza femminile ebraica in Italia.
Dal tardo Medio Evo fino a tutta la durata del ghetto, lo spazio della donna ebrea in Italia è stato eminentemente domestico in quanto relegata alla sola sfera privata: un’ebrea non poteva operare in prima persona per le rigide regole della comunità, oltre che per i restrittivi Statuti. Tutti gli atti (anche i patti matrimoniali) erano stipulati dalla figura maschile di riferimento.
Dalle carte emergono informazioni che potrebbero essere semplici dettagli, se rapportati alla normale esistenza di un uomo ebreo, ma che assumono importanza esiziale e rivelatrice nella vita della donna ebrea. Se le Comunità ebraiche italiane hanno lasciato tracce esigue e frammentarie nella produzione documentale, i segni della porzione femminile sono da cercare con ancor maggiore attenzione in quanto le fonti analizzabili sono istituzionalizzate nella forma e ‘maschili’ nel contenuto per cui spesso si possono leggere solo in filigrana i ristretti spazi, prevalentemente domestici, in cui si muoveva la figura femminile. Fino all’Emancipazione, alla quale le ebree hanno partecipato con entusiasmo inserendosi appieno nella vita sociale, economica e culturale.
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