Attualità
6 Ottobre 2020
Intervento di Ranieri Varese sulla situazione di crisi del sistema bibliotecario comunale

Ferrara Città d’arte e di cultura non può essere una vuota formula

di Redazione | 3 min

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Sono uno degli oltre duemila cittadini che, a suo tempo, firmarono il documento che alcuni dipendenti del settore biblioteche proposero segnalando criticità e problemi. L’Associazione ‘Amici della Biblioteca Ariostea’ ha successivamente, in un pubblico intervento, ricordato l’importanza del sistema bibliotecario per lo sviluppo culturale e civile della città e la necessità di affrontare e risolvere carenze delle quali siamo in molti ad essere consapevoli. Senza che, sino ad ora, dalla Amministrazione siano pervenuti atti concreti.

Vorrei aggiungere ai temi che oggi si dibattono, dalla mancanza di personale alla assenza di una sede presso le Corti di Medoro alla riduzione degli orari e dei servizi, un ulteriore elemento il quale, a mio parere, conferma la situazione di crisi e testimonia l’inerzia che tocca ogni fondamentale settore.

In bilancio esiste un fondo destinato all’acquisto di volumi e testimonianze, antiche e recenti, che possono caratterizzare ed integrare il patrimonio della Biblioteca Ariostea. La quale è, anche, una biblioteca di conservazione e raccoglie nei suoi scaffali memoria della vita e delle presenze che hanno reso Ferrara riconoscibile e reale. ‘Città d’arte e di cultura’; viva, vitale e sempre partecipe della contemporaneità, come testimonia la sua storia.

Il pittore Giuseppe Ghedini (1707-1791), a lungo attivo in Ferrara, dipinse in Palazzo Paradiso, sede dell’allora Pontificia Biblioteca, la sala dei Riformatori con le immagini della Divina Sapienza, le attuali sale Riminaldi ed Ariosto. Nel testamento, steso nel 1784, dispose che un album di disegni, realizzati per l’edizione veneziana del poema Il Ricciardetto, opera del letterato ferrarese Niccolò Forteguerri, fosse destinato alla Biblioteca.

“Per segno poi di profonda venerazione verso la Pontificia Università di Ferrara, ed agli Illustrissimi, ed eminentissimi Signori Riformatori, essendo io Direttore della Scuola del Nudo lascio alla medesima per ragione di legato un Gruppo di tre Puttini di terra cotta di Andrea Ferreri, significante la Pudicizia, da porsi nel Museo; e siccome pure da porre nella Biblioteca lascio N. trentuno disegnetti primi pensieri di mia Gioventù, che furono intagliati per il poema di Monsignore Niccolò Forteguerri intitolato il Ricciardetto, quali altro pregio non hanno che di avere servito per così egregio Poeta, i quali in capo a molti secoli avranno il merito dell’Antichità legati che siano per ordine in un libro.”

Nel 1791 ne è segnalato l’ingresso in Biblioteca.

L’Album scompare nel corso dell’ottocento e non se ne ha più notizia sino a quando, nel 1970, lo studioso e direttore della Pinacoteca Eugenio Riccomini lo riconosce in una collezione privata ferrarese e lo pubblica nel volume dedicato all’arte in città nel settecento; libro promosso dalla locale Cassa di Risparmio.

Ritorna il silenzio. Sono ora riapparsi sul mercato antiquario: sono in vendita presso un antiquario milanese.

Si presenta la felice opportunità di restituire alla città una importante testimonianza della attività di uno dei pittori ferraresi più importanti del Settecento. È l’occasione per risarcire la Biblioteca Ariostea di una perdita che ne ha impoverito il patrimonio. È circostanza che consente di continuare ad attestare la partecipazione e l’interesse verso la tutela e l’accrescimento del patrimonio pubblico cittadino.

Le più rappresentative associazioni culturali ferraresi hanno sottoscritto un documento inviato al Sindaco ove si chiede che l’Amministrazione si attivi per fare rientrare in città questa opera importante e che si credeva perduta: capofila gli ‘Amici della Biblioteca Ariostea’ ai quali si aggiungono gli ‘Amici dei Musei e dei Monumenti ferraresi’, la ‘Accademia delle Scienze’, la ‘Deputazione di Storia Patria’, il ‘Garden Club’, ‘Italia Nostra’, ‘Ferrariae Decus’.

Il Direttore della Ariostea e i funzionari addetti sono stati informati.

A mio parere la mancanza di risposta, il rifiuto all’intervento, quali che siano le motivazioni, testimonierebbe la incapacità politica e culturale ad assolvere compiti e funzioni istituzionali ed obbligate.

Ferrara Città d’arte e di cultura non può essere una vuota formula ma deve essere resa concreta da decisioni ed interventi che debbono coprire ogni momento del sistema bibliotecario ferrarese. È troppo sperare in una soluzione positiva?

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