Lagosanto
24 Settembre 2017
Dopo la "provocazione" del sindaco su tasse e controlli, due strutture private di accoglienza sono scese a quota zero. Ospiti distribuiti nel resto della provincia, 17 a Lagosanto

Le polemiche estive portano frutti al sindaco Zanardi : 32 migranti via da Codigoro

di Redazione | 3 min

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Codigoro. La battaglia condotta dal sindaco Alice Zanardi sulla riduzione degli ospiti richiedenti asilo nel suo Comune ha portato i suoi frutti: sono due le strutture private codigoresi che questa settimana sono scese a quota zero unità ospitate, chiudendo la partita con Asp.

In totale trattasi di 32 tra ragazzi, tutti uomini di nazionalità pakistana, bengalese e nigeriana finora accolti nell’Albergo Aquila d’oro e nella Casa Famiglia Lea. Smistati tra lunedì e martedì scorso in altre strutture della provincia, sono 17 quelli che hanno trovato sistemazione nell’ex ristorante Il Fienile di Lagosanto.

L’ex ristorante Il Fienile di Lagosanto che ospita 17 dei 32 migranti andati via da Codigoro

“Abbiamo raggiunto un primo risultato a seguito del comunicato di inizio agosto – commenta soddisfatta Zanardi -, scendendo a 68 unità”. Oltre quota, in ogni caso, ma per il sindaco “l’importante era intervenire su quei numeri molto alti: ho lavorato perché fossero trasferiti quantomeno i 25 ospiti dell’Aquila d’oro, quelli che hanno creato maggiori problemi durante la loro permanenza”.

La struttura in questione tra l’altro è da mesi oggetto di conflitti tra la proprietà e la gestione, ed inoltre su quest’ultima pende un provvedimento di sfratto esecutivo. Proprio Zanardi svela che “la proprietà non ha mai acconsentito a destinare l’albergo a casa di accoglienza, ma non aveva potere decisionale e si è rivolta a noi per ottenere un aiuto. Anche quello ha contribuito alla mia presa di posizione, oltre alla ferma convinzione di aver a che fare con un sistema sbagliato sia nella distribuzione numerica che nel concetto di integrazione, su cui assistiamo ad un vero buco legislativo”.

“La mia idea – continua Zanardi – resta quella, ossia che tutto ciò non favorisce l’integrazione ma un business dei privati, che i sindaci dovrebbero essere al centro e avere maggiore controllo del territorio e che oltre che dei diritti di chi viene accolto si debba parlare più spesso dei diritti di chi accoglie”.

Nelle ultime settimane altri privati codigoresi si sarebbero fatti avanti, quattro proprietari di abitazioni nel capoluogo, a Pontelangorino e Mezzogoro: a loro, riferisce Zanardi che da questi era stata preavvertita, “abbiamo spiegato la situazione e hanno desistito dall’idea”.

È per tutelare i ‘diritti autoctoni’ che la sindaca proseguirà con i controlli tecnici alle strutture, che non si sono conclusi e dunque continueranno per scongiurare qualsiasi scopo di lucro e ridimensionare i numeri, come appena ottenuto. “Il problema non è certo un sovrannumero di 10 persone, ma era impensabile restare su 100 ospiti: tra l’altro noto che ultimamente più di qualcuno si accorge delle criticità di quella gestione che io condannavo”.

Concludendo, spazio al breve commento sull’esempio più virtuoso e su quello più spiacevole: il primo riguarda gli ospiti di Mezzogoro, 27 ragazzi (oggi 21) presenti da anni “che non hanno mai creato problemi e che si sono integrati benissimo”.

Il secondo afferisce invece all’arresto in flagranza a Codigoro del richiedente asilo trovato in possesso di marijuana: “Episodi come questi mi convincono del fatto che la soluzione da adottare debba essere il rimpatrio immediato. Le forze dell’ordine hanno svolto egregiamente il loro lavoro, la cooperativa responsabile (Camelot, ndr) ignorava il problema ma ha tenuto e terrà monitorato il ragazzo”, tornato nel frattempo in stato di libertà.

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