Fiscaglia
9 Giugno 2017
La donna operata in ospedale ha espulso solo la placenta. Ora è indagata per omicidio aggravato e occultamento di cadavere

Neonato nel freezer, la madre: “Non sapevo di essere incinta”

di Elisa Fornasini | 4 min

Leggi anche

Tangenti in Fiera. Il ‘grande accusatore’ fu “inattendibile”

C'è l'inattendibilità delle parole di Pietro Scavuzzo, il 'grande accusatore' di tutta la vicenda, tra i principali motivi che hanno spinto il gup Carlo Negri del tribunale di Ferrara a pronunciare sentenza di assoluzione nei confronti dei cinque imputati nel processo per le presunte tangenti tra i padiglioni di Ferrara Fiere, accusati a vario titolo di induzione indebita e peculato

Comune di Ferrara. I debiti in aumento preoccupano le opposizioni

Duecentoventi euro per un aperitivo a cui erano presenti 4 persone tra cui sindaco e vicesindaco rendicontati come spesa di rappresentanza. Nulla di illecito, ma è un dato che Dario Maresca (I Civici) fa presente durante la discussione in merito al Rendiconto di gestione dell'esercizio 2023 nel rimarcare che "per la prima volta sono preoccupato anche dal punto di vista economico oltre che nel merito"

Rapina alla Banca Centro Emilia. Preso anche l’ultimo bandito

È stata definitivamente sgominata la banda che, il 12 settembre 2022, aveva messo a segno la rapina alla Banca Centro Emilia di via Porta Romana. Nei giorni scorsi, infatti, gli uomini della Squadra Mobile di Milano hanno arrestato anche l'ultimo dei quattro banditi, un palermitano di 41 anni, che insieme ai complici, era riuscito a fuggire con 250mila euro di gioielli preziosi e 60mila euro in contanti

Migliarino. Ha partorito il feto, l’ha lavato, l’ha messo in una busta e l’ha nascosto in un congelatore a pozzetto insieme agli alimenti contenuti all’interno. Poi ha coperto il freezer, situato in uno sgabuzzino della sua abitazione, con mobili e vestiti e ha spostato altri arredi per impedire o comunque occultare l’accesso alla stanza degli orrori.

E’ il dramma consumato a Migliarino, in via Travaglio, in una casa in pessime condizioni igenico-sanitarie. Lì ci abitavano, prima della tragedia, una 40enne italiana con il marito 42enne e i loro sei figli: due ragazzi di 18 e 20 anni e quattro minori dai 7 agli 11 anni.

Una famiglia ordinaria che, secondo gli inquirenti, non corrisponde alle condizioni in cui era tenuto l’appartamento: disordine e sporcizia ovunque, con numerosissimi sacchi della spazzatura sia fuori che dentro casa, vestiti accatastati in ogni angolo e i mobili sparsi in maniera disordinata per tutto l’immobile.

E’ in questa situazione che la donna ha espulso il feto di neanche 7 mesi, una creatura di circa 3 chili e grande poco più di 40 centimetri, abbandonata nel freezer in posizione ancora fetale. Solo dall’autopsia disposta dal pm si potrà stabilire se il bimbo era vivo o morto al momento del parto. Intanto la madre, ancora ricoverata all’ospedale di Cona, è indagata per omicidio aggravato e occultamento di cadavere (nominato il difensore d’ufficio Roberto Gilli).

La ricostruzione della vicenda da parte del dirigente della Squadra Mobile Andrea Crucianelli è spaventosa. Secondo quanto riportato dalla signora, che verrà sentita nel primo pomeriggio di oggi, lei non sapeva di essere incinta. La causa è da imputare a un grave stato di obesità che ‘mascherava’ la gravidanza. Tanto che c’è già un precedente: anche per il figlio minore, quello che oggi ha 7 anni, non si era accorta di aspettare un bambino fino al momento del parto avvenuto in casa.

Ma facciamo un passo indietro, pochi giorni prima del terribile lutto. Lunedì mattina la 40enne ha avuto uno svenimento e si è recata dal medico curante, anche lui ignaro che fosse incinta, il quale le ha cambiato la terapia. Tornata a casa, si è sentita di nuovo male e la sera, alle 21.30, è andata al pronto soccorso del Sant’Anna dove i medici si sono accorti che la signora era in stato di gravidanza, anche se qualcosa non andava.

La donna è stata subito trasportata in sala operatoria dove ha espulso una placenta, compatibile con un feto di circa 7 mesi appunto, senza però la presenza del bambino all’interno. Non solo: i chirurghi hanno notato che il cordone ombelicale è stato reciso da un taglio netto, probabilmente inferto dalla madre per separarsi dal suo piccolo e poi nasconderlo nel congelatore. Il parto deve essere avvenuto qualche giorno prima ma, anche in questo caso, è ancora da stabilire se l’aborto sia stato spontaneo o indotto.

Dopo la segnalazione del posto di polizia dell’ospedale, martedì mattina partono le indagini. Gli agenti, in accordo con la pm Isabella Cavallari, effettuano una ispezione nell’abitazione in via Travaglio con l’aiuto dei tecnici della polizia scientifica e dei cani molecolari dell’agenzia investigativa privata SecurTeam.

Oltre a rimanere senza parole per la condizione della casa – “mai vista una situazione del genere, non ci si crede che si possa vivere così” rivelano gli inquirenti – il sopralluogo non ha prodotto alcun risultato. Sono state individuate solo tracce ematiche sul divano e in un salvaslip buttato nel retro dell’abitazione, ma nessun neonato.

Fino a giovedì pomeriggio quando la donna, ancora in grave condizioni ma non in pericolo di vita, è riuscita a parlare. Era molto provata e indebolita dalle medicine e ha detto poche parole, solo per riferire al personale sanitario che il bambino si trovava all’interno di un congelatore nello sgabuzzino. Così la Squadra Mobile è tornata nell’abitazione (già sottoposta a sequestro) e, superando i mobili posizionati quasi come a voler ostruire il passaggio, trovano la stanzina e il freezer con la macabra scoperta.

“I motivi non li sappiamo e non ce li spieghiamo” ammette il dirigente Crucianelli che nel primo pomeriggio di oggi andrà a Cona per interrogare la donna, sperando di ottenere più informazioni o comunque la ragione di questa inconcepibile tragedia. L’ipotesi è che la madre abbia fatto tutto da sola, senza essere stata aiutata da qualcuno, ma è ancora tutto da verificare.

Una famiglia tutto sommato normale che si trova in una situazione inenarrabile. Il padre lavora come muratore e carpentiere insieme al figlio più grande, la madre non lavora ma gestisce la casa, i figli minori vanno a scuola e sono ben tenuti, anche i vicini dicono di non aver notato nulla di anomalo. Una famiglia che va d’accordo e che, nonostante tutto, non verrà divisa.

I servizi sociali del Delta, intervenuti martedì, hanno infatti ritenuto di mantenere il nucleo familiare unito. Non ci sono stati casi di maltrattamento (i figli sono legati ai genitori) e quindi hanno deciso di non separarli dalla coppia. Ora i bambini sono stati affidati ai nonni materni che abitano nella porta accanto dello stesso stabile, dove si è trasferito anche il padre considerato che l’abitazione è posta sotto sequestro.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com