Cronaca
30 Novembre 2016
Lettera-denuncia di una madre dopo aver presentato agli uffici Ausl la richiesta di trasporto del medico curante

“Per mia figlia invalida e cieca niente ambulanza e solo ingiurie”

di Redazione | 5 min

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La sede dell'Ausl in via Cassoli

La sede dell’Ausl in via Cassoli

Sembra una vicenda di ordinaria malasanità, quella denunciata dalla madre di una ragazza invalida completamente cieca e con gravi problemi deambulatori, ma anche di straordinaria maleducazione. E’ la storia del rifiuto opposto dall’Ausl alla richiesta, ufficializzata dal medico curante, di un’ambulanza per il trasporto della giovane a un appuntamento per l’accertamento medico-legale per l’aggravamento d’invalidità civile. Un rifiuto che sarebbe stato accompagnato da frasi ingiuriose nei confronti della madre.

E’ la stessa madre a raccontare per filo e per segno la disavventura che le è capitata ieri mattina recandosi negli uffici Ausl di Ferrara portando con sé il certificato medico con la richiesta del trasporto in ambulanza per la figlia all’appuntameno del 2 dicembre alle ore 15.30. Un aiuto richiesto in quanto la ragazza invalida all’80%, oltre a essere non vedente, presenta un’instabilità posturale che richiede questo genere di servizio per la stessa sicurezza della paziente, non essendo possibile un trasporto con mezzi propri. “Praticamente – spiega la madre disperata nella sua lettera-denuncia firmata inviata anche ai dirigenti Ausl – sono entrata presso l’Ausl di Ferrara e ho trovato davanti a me un segretario che mi ha chiesto di cosa avevo bisogno, non facendomi accedere direttamente agli Uffici. Quando gli ho spiegato di che cosa ho bisogno, mi ha preso il certificato medico ed è andato all’interno dell’ufficio a chiedere alle funzionarie Ausl cosa doveva fare con me che ho portato questo certificato. Quando il segretario è entrato nell’ufficio a chiedere, io lo seguii. Non ascoltando nemmeno che lui finisse di spiegare la situazione, la funzionaria […] ha detto con una voce irritata ed infastidita le testuali parole, rivolgendosi al segretario: “Dille di no a quella! Noi questo servizio non lo facciamo! Che se la paga lei l’ambulanza se la vuole!“.

Il fatto è che, come la madre della giovane invalida ha fatto subito presente al segretario, nel foglio di convocazione alla commissione per l’aggravamento dell’invalidità c’è un passaggio che dice così: “In caso di bisogno del servizio di trasporto in ambulanza, si prega di contattare gli addetti del servizio ambulanza”. “E infatti – spiega la signora – li avevo già contattati e mi avevano risposto che per gli invalidi come mia figlia è lo stesso ufficio medicina di base dell’Ausl che deve aiutare ad organizzare il trasporto in caso di bisogno oppure deve venire a visitare a casa. È necessario però avere il certificato del medico curante dell’invalido, che attesta un reale bisogno di trasporto – e noi ce l’abbiamo. In quel caso, e in assenza di reddito, il trasporto è a carico dell’Ausl. Non abbiamo reddito, siamo cittadini italiani – mia figlia lo è al 100%: e come cittadina italiana invalida, che ha anche un’assistente sociale […] ha diritto di chiedere un trasporto all’Ausl. Io è dal 2012 che non lavoro per poter assistere mia figlia che ha bisogno di me 24 ore su 24, con i problemi che ha. Ho 4 ernie sulla colonna vertebrale, con tanto di documentazione che lo attesta, procurate alzando ed adagiando mia figlia, spostandola sempre da sola – specialmente quando bisogna andare fuori casa, nelle condizioni di salute di mia figlia, che ha bisogno di assistenza continua”.

Così, dopo aver ricevuto un “no secco” dalla funzionaria, la madre insiste e chiede se hanno qualche suggerimento su come può fare per portare la figlia, questo venerdì, alla commissione Ausl, “se gli stessi loro si rifiutano di aiutarci e la legge dice, invece, che loro mi devono aiutare”. Fra l’altro l’orario della convocazione è alle ore 15.30, “cioè nel pomeriggio, quando mia figlia a quell’ora è già completamente esausta visto che tutti i giorni si sveglia alle 6 del mattino dai dolori che ha”. In ogni caso, dopo le insistenze della madre, il segretario è andato per la seconda volta in ufficio dalla funzionaria riferendo che la signora aveva chiesto suggerimenti su come doveva fare visto il rifiuto dell’ambulanza. Questa “non vedendomi visto che stavo appena poco dietro alla sua porta, si è messa ad urlare col segretario, dicendo le testuali parole: “A me non me ne frega un c…! Dì pure a quella che non mi deve rompere i c…! Sono c… suoi! Che si arrangi! Non mi deve rompere i c…!”.

“Io non ho resistito – racconta la mamma della ragazza – e sono entrata direttamente nell’ufficio, sentendo che lei mi ingiuriava per niente. Le ho chiesto come si permette di comportarsi così, di dire le cose offensive che dice e le ho ricordato che questo è un ufficio pubblico. Lei, spiazzata perché ho sentito tutto, ha cominciato ha giustificarsi dicendo frasi sconnesse e non relative a quello che era appena accaduto. Il segretario era imbarazzato, e direi che non sapeva né che dire né che fare; se n’è andato e basta. Alla scena delle parole ingiuriose nei miei confronti hanno anche assistito tutte quelle persone invalide civili che aspettavano le loro visite stamani e due ambulanzieri che si trovavano lì stamattina, verso le ore 11. Alla scena ha assistito anche una mia amica, che mi ha accompagnato presso gli uffici dell’Ausl, e mi aspettava lì, seduta, per riaccompagnarmi a casa da mia figlia, e lo può testimoniare in ogni sede”.

La lettera della madre vuole essere “una denuncia di come vengono lasciate sole le persone invalide e le loro famiglie“, ma anche “dell’indifferenza, del super-menefreghismo, ed è anche una denuncia di come lavorano alcuni funzionari pubblici”. La richiesta, infine, è di poter avere “un urgente intervento dei dottori dirigenti Ausl, ai quali mando questa e-mail; al Ministero della Salute; ai Rappresentanti Politici e ai signori giornalisti: che mi suggeriscano come io, una madre sola senza reddito, trasporterò questo venerdì per le ore 15.30, mia figlia, che ha bisogno di un’ambulanza alla commissione per l’aggravamento dell’invalidità civile. La legge dice che l’Ausl mi deve aiutare; l’Ausl dice di no. Ho in possesso il certificato medico che dice che mia figlia è bisognosa di un’ambulanza. Stamani, cercando di far valere i diritti di mia figlia, una ragazza disabile, mi sono presa ogni genere di insulto solo perché ho tentato di presentare un certificato. Solo perché ho tentato di far valere la legge. Solo perché ho “infastidito” una funzionaria dell’Ausl. […] Come porterò mia figlia alla visita? In braccio? In “groppa”? Come? Intanto, vorrei che, contro la persona che mi ha ingiuriato e apostrofato ingiustamente, pensando che io non l’avessi sentita, vengano presi seri provvedimenti, perché si è comportata in modo indescrivibile. […] Comunque, se dovesse capitare qualcosa a mia figlia durante il tragitto alla commissione medica Ausl di questo venerdì, visto che l’ambulanza è stata volutamente negata, riterrò quelli dell’Ausl direttamente responsabili”.

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