Dopo quella di maggio presentata da Massimiliano Fedriga, la Lega Nord è pronta a presentare una nuova interrogazione alla Camera sul Palaspecchi di Ferrara.
L’autore questa volta è il deputato Guido Guidesi che ha in serbo una nuova richiesta – anche se in larga parte coincidente, anche per le parole usate – con quella precedente, diretta ai ministri Angelino Alfano (Interno) e Pier Carlo Padoan (Finanze). A renderlo noto è l’esponente ferrarese del Carroccio Nicola Lodi che ha indetto una conferenza stampa sul tema, prevista per sabato.
Al momento in cui scriviamo, l’interrogazione non è ancora registrata sul sito della Camera tra le attività parlamentari di Guidesi.
Il deputato traccia nuovamente una porzione della storia del palazzo, concentrandosi sugli ultimi avvenimenti: il progetto di social housing che prevede l’intervento di Cdp Sgr con un fondo da circa 30 milioni di euro e l’ordinanza del sindaco Tiziano Tagliani che impone la bonifica. In mezzo, le problematiche di ordine pubblico.
Secondo Guidesi la questione “presenta diversi aspetti incongruenti e non pochi profili di illegalità” (qui il riferimento esplicito è ai guai giudiziari di uno dei titolari della Vittadello Intercantieri, alle ipoteche sul palazzo e ai tributi non versati al Comune da parte della proprietà, Ferrara 2007). Il deputato fa riferimento anche allo “stato pessimo dell’immobile” e al fatto che “Ferrara sia la prima città in Emilia Romagna con più alloggi sfitti (circa 4000)”. Ragioni sufficienti per ritenere “opportuno, in luogo del progetto in itinere, procedere piuttosto con la demolizione del palazzo, la conseguente bonifica e la riconversione dell’area in luoghi pubblici dedicati a giovani ed anziani”. Nessuna menzione viene fatta sul chi dovrebbe procedere a tali interventi sull’immobile, che è privato e non è acquistabile dal Comune.
Per Guidesi “ad oggi non è chiaro se Cdp abbia valutato in maniera adeguata l’investimento di decine di milioni di euro, anche pubblici, in questo progetto”.
La richiesta finale è dunque quella di valutare la questione “al fine di tutelare lo Stato in quanto azionista di maggioranza di Cdp, preservandolo dall’utilizzo di risorse pubbliche in un progetto potenzialmente dannoso” e, alla luce dello “svolgimento di attività illecite all’interno dell’immobile” di attivarsi “per rimuovere le cause di pericolo per la cittadinanza”.
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