Politica
19 Maggio 2016
Depositati altri atti a firma di deputati del Carroccio per i ministeri di Interno e Finanze

Palaspecchi. Pioggia di interrogazioni della Lega alla Camera

di Redazione | 5 min

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f5aab0b5-eb15-41d5-8aa5-d08875e5375bLo Stato è azionista della Cassa depositi e prestiti per l’80 per cento. Una ragione in più per guardare con circospezione l’operazione Palaspecchi. È il senso dell’ennesima interrogazione della Lega Nord sulla vicenda dell’ex direzionale pubblico di via Beethoven. A firmarla è sempre il deputato Massimiliano Fedriga, autore una settimana prima di altra interpellanza sul medesimo argomento rivolta al ministro Alfano. Questa volta a rispondere è chiamato il ministero delle finanze, competente “contro il potenziale pregiudizio che ne deriverebbe alle risorse pubbliche” dall’investimento della Cdp in terra ferrarese.

Fedriga, nel documento depositato lunedì 16 maggio, ricorda che la Cdp Investimenti Sgr (Cdpi) è attualmente interessata al progetto di social housing a Ferrara, avendo deciso di investire 32,9 milioni di euro per contribuire alla costruzione di 268 alloggi sociali (da affittare a canone calmierato, circa 300 euro al mese, tranne una quota del 20 per cento destinata a vendita convenzionata, 110 posti letto per studenti e tremila metri quadrati destinati a servizi e al settore commerciale) in un progetto di riqualificazione del Palazzo degli Specchi. “Ma le implicazioni della questione – avverte il deputato leghista – si stanno rivelando poco limpide, tanto che le circostanze e le valutazioni di tale progetto sollevano dubbi circa l’idoneità dei soggetti preposti all’amministrazione, alla direzione e al controllo della Cdpi”.

La Cdpi gestisce il «Fondo Investimenti per l’Abitare» (Fia), un fondo immobiliare riservato ad investitori qualificati, operante nel settore del social housing, con la finalità di incrementare sul territorio italiano l’offerta di alloggi sociali per la locazione a canone calmierato e la vendita a prezzi convenzionati, a supporto ed integrazione delle politiche di settore dello Stato e degli enti locali. È stata costituita il 24 febbraio 2009 da Cassa depositi e prestiti, che la partecipa con una quota pari al 70 per cento, con un capitale sociale pari a 2 milioni di euro.

Il 25 giugno 2014, al Salone del Real Estate a Milano, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra il comune di Ferrara e la società Ferrara 2007 per il conferimento dei terreni, degli immobili sovrastanti e di circa 5 milioni di euro. “La Cdpi – sottolinea Fedriga -, che con 32,9 milioni di euro è di gran lunga il socio di maggioranza, con il 75 per cento; seguono Acer Ferrara, che dovrà gestire l’housing sociale e partecipa con una quota di 3,375 milioni di euro; Intercantieri Vittadello (2 milioni di euro) per le opere di costruzione. Ferrara 2007 è proprietaria unicamente del complesso edilizio e, nonostante un capitale sociale di 10.000 euro, appare sostanzialmente una «scatola vuota», considerato l’importo del conferimento e il fatto che abbia diversi milioni di euro di tributi non pagati al comune di Ferrara”.

A questo si aggiunge il fatto che la convenzione stipulata tra il comune e Ferrara 2007 “prevede un gravosa fideiussione a garanzia della costruzione della futura sede della polizia municipale: se la nuova casa dei vigili urbani – da erigere nel blocco del PalaSpecchi, inizialmente destinato ad albergo – non sarà realizzata, la società di Parsitalia (che, a sua volta, tramite la società Ferrara 2007 è la proprietaria dell’immobile) dovrà versare 6,8 milioni di euro nelle casse del Comune”.
Fedriga sostiene poi che “l’aggravarsi delle criticità di sicurezza pubblica, di ordine pubblico e di igiene e sanità pubbliche hanno spinto i cittadini residenti nelle vicinanze a fare una segnalazione all’azienda Usl di Ferrara che, in data 7 settembre 2015, ha redatto un atto, avente ad oggetto «esposto segnalazione di rischio incendi, rischio crollo, rischio sanitario, rischio incolumità verso terzi», in cui si mettevano in evidenza le disastrose criticità sanitarie e igieniche dell’edificio; già nel 2004, la perizia dell’architetto Paolo Gabbuti, asseverata al tribunale di Ferrara (in data 8 luglio 2004) e agli atti del comune di Ferrara, descriveva l’immobile in «uno state conservativo di un certo degrado», con «distacchi parziali di calcestruzzo» dalla facciata e di autorimesse «totalmente compromesse […], completamente allagate per un’altezza di 130-150 cm […] in cui si è persino notata la presenza di fauna ittica […], con processi di salificazione irreversibili delle strutture portanti e delle murature»; nello stesso, dove da tempo si sono stabilite alcune decine di occupanti abusivi, sarebbero stati compiuti reati di devastazione e saccheggio, danneggiamento con incendio e crolli dolosi, già esposti alla competente Procura della Repubblica in data 19 aprile 2016”.

Viene poi ricordata la proroga, datata 28 gennaio 2016, (dal 31 dicembre 2015 al 31 marzo 2016) per l’avvio del progetto di riqualificazione, “a causa di una presunta mancanza di liquidità, ovvero di 4-5 milioni di euro, pari al 10 per cento dei 43,9 milioni di euro di costo stimato per la riqualificazione del complesso”. Il 12 marzo 2016, però, l’imprenditore Sergio Vittadello, titolare della Intercantieri Vittadello, viene arrestato con l’ipotesi di reato di corruzione.

Al deputato non appare chiaro “se, in presenza di atti e fatti di simile gravità, portati alla luce in diverse occasioni anche dalla stampa locale e dalla televisione nazionale, la governance di Cdpi Sgr abbia compiuto tutti gli atti prodromici volti a giustificare un investimento di decine di milioni di euro, di fondi anche pubblici, per la partecipazione a questo progetto” e chiede al ministro se sia a conoscenza dei fatti e “se ritenga attinente alla finalità di Cassa depositi e prestiti, seppur tramite la Cdpi Sgr, un investimento di così ingente importo in relazione alle condizioni economiche del progetto e valutato il mercato immobiliare in cui si collocherebbe”.

A quella di Fedriga si aggiunge l’interrogazione a risposta immediata di Cristian Invernizzi, altro deputato leghista, questa volta indirizzata al ministro dell’interno. Invernizzi parla di “inquietudine” della popolazione residente nelle zone circostanti, “determinata dalle condizioni oggettive di degrado in cui si trova l’immobile e dal fatto che, all’interno del suo perimetro e dentro i suoi locali, si consumerebbero ormai molte attività illecite, dallo spaccio di droga allo sfruttamento della prostituzione”.

Invernizzi, sulla scorta di quanto riferito dai referenti locali del suo partito, auspica “un accertamento del soccorso tecnico urgente, per quanto riguarda la solidità e l’agibilità dell’immobile, anche perché la struttura risulterebbe occupata illegalmente da non meno di 150 stranieri extracomunitari, di cui è ignota persino la provenienza”. Non solo. Il deputato insiste per lo sgombero dell’immobile “al fine di accertare l’eventuale svolgimento di attività illegali nello stabile e considerata la necessità di identificare coloro che vivono illegalmente dentro il Palazzo degli Specchi di Ferrara”.

L’ultima richiesta, infine, riguarda “quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per rassicurare la cittadinanza ferrarese circa la non pericolosità dell’immobile e per ripristinare la legalità al suo interno”.

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