Cronaca
4 Giugno 2015
Il sindaco testimonia la sua esperienza in Avis ai volontari del viaggio Iamu

La prima volta di Tagliani da donatore di sangue

di Redazione | 3 min

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IMG_6435“Mi ha portato una mattina alle 7 un’impiegata dello mio studio. Poi lei non è diventata donatrice, mentre io sì”. Così il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani racconta la scelta di donare il sangue, per la prima volta.

Protagonista di un incontro casuale, il primo cittadino ha voluto testimoniare la sua esperienza in Avis ai volontari del viaggio Iamu con Avis, che ha attraversato l’Italia – con una tappa proprio a Ferrara – per raccontare i valori dei donatori di sangue.

Un’Italia poco conosciuta, un’Italia unita come soltanto in occasione delle sfide della nazionale di calcio la si può vedere. C’è un’Italia solidale, aperta, generosa, gratuita. È quella dell’Avis, l’associazione volontari del sangue. Ce n’è uno (volontario) a ogni angolo di strada, in ogni pub, nelle università, negli uffici pubblici. Ce n’è una (sezione) in ogni città, perché le radici sono importanti tanto quanto i frutti che maturano. Un esercito di volontari silenziosi su cui si sono accesi i riflettori, per una volta. Per un viaggio.

L’hanno chiamato Iamu con Avis, dall’unione di due destini e due sogni convergenti. Iamu.it, un portale-progetto che, con le buone notizie e con l’energia e l’allegria dei giovani, sta operando nella direzione della ricostruzione culturale di un territorio (quello calabrese), che aveva bisogno di ripartire dalla speranza e dalla bellezza. L’Avis – e nello specifico la sezione di Reggio Calabria – che ha scelto di puntare sulle nuove leve per vincere una sfida che si combatte dalla notte dei tempi: il ricambio generazionale. Insieme hanno dato vita a questa avventura, attraversando il Belpaese da Sud a Nord per poi tornare nuovamente a Sud. Un percorso raccontato sui social network, passo dopo passo, cercando – tra i donatori incontrati ovunque – i valori riportati sulla Carta Etica dell’associazione, un faro morale a cui si ispira l’Avis intera per dare un senso e una compiutezza al nobile gesto della donazione del sangue. L’obiettivo? Narrare. Accade così che quattro volontari e un giornalista, il direttore di Iamu.it Sergio Conti, percorrano sette tappe in sette giorni. Roba da maratoneti della comunicazione. Tenuti su dall’entusiasmo di tutta Italia, incoraggiati dalle testimonianze ed esperienze raccolte, Lorenzo, Tonino, Marco e Lucia hanno ascoltato e riassunto le voci, le storie, gli esempi e le buone prassi. Un fiume. Solo in minima parte contenuto nelle miniclip giornaliere: dalla scelta di un volontario in seguito alla morte del fratello gemello per leucemia al presidente barman che da l’esempio mettendosi al servizio (anche per preparare un ottimo caffè).

E ancora centinaia di facce giovani e meno giovani che si interrogano sul senso del loro impegno, scrivendo su una lavagnetta il valore Avis che sentono maggiormente proprio. Gratuita del dono, volontariato, democrazia. Anche il presidente nazionale Avis Vincenzo Saturni ha scelto il proprio: l’anonimato del gesto. «In un’epoca in cui quasi nessuno fa niente per niente – ha detto Saturni – è bello donare qualcosa di sé senza sapere chi sarà a ricevere, senza aspettarsi la gratitudine o qualsiasi altra ricompensa». Da Reggio Calabria a Palermo per l’assemblea nazionale Avis, passando per Catanzaro, Roma, Ferrara, Bologna, Milano, Firenze e Ragusa. Un’avventura eccezionale, la prima in assoluto per l’associazione volontari del sangue a livello nazionale, a dimostrazione del fatto che i tempi frenetici e virtuali richiedono un antico modo di ritrovarsi: mettendosi in cammino e scambiandosi pensieri di persona.

Cosa rimane del viaggio Iamu con Avis? Un reportage – in parte già presente su www.iamu.it e su diversi canali social tra cui Facebook e YouTube – e la consapevolezza di un’intera associazione, di ciò che si può e si deve fare. Non è sufficiente, forse mai lo sarà, l’opera di sensibilizzazione alla donazione del sangue e all’apertura verso l’altro, un altro sconosciuto, senza pretendere nulla in cambio. Mai slogan fu più azzeccato. Donarsi è un viaggio. Non solo per luoghi fisici, ma anche nella propria anima. Per scoprire che la solidarietà accomuna tutti e azzera molte distanze. Un po’ come una partita di pallone, quando gioca la nazionale.

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