Cronaca
11 Aprile 2015
A Gaia Pupillo il premio Resmini per

Ricercatrice Unife premiata dall’Infn

di Redazione | 3 min

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Gaia PupilloQuesta volta i risultati derivano dalla Fisica a servizio della salute, grazie alla ricerca di Gaia Pupillo, che con la sua tesi di dottorato dal titolo “Produzione con acceleratori di radioisotopi per applicazioni in medicina nucleare”, si è aggiudicata il Premio Resmini, il riconoscimento nazionale che l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare conferisce a giovani fisici che si siano distinti in ambiti di ricerca innovativi e con forti ricadute sulla vita.

La cerimonia di consegna del Premio, che ammonta a 2mila euro, è avvenuta ieri venerdì 10 aprile a Roma, presso la sede della Presidenza dell’Infn (p.zza Caprettari, 70).

“Sono molto onorata di questo riconoscimento, che valorizza un modo di fare ricerca a Unife sempre più aperto ad applicazioni interdisciplinari e all’internazionalizzazione – afferma Pupillo -. Dopo la laurea specialistica in Fisica, ho deciso di proseguire in Ateneo il mio percorso formativo con il dottorato, lavorando nel gruppo di Fisica medica guidato da Mauro Gambaccini, tutor della mia tesi. Mi sono così dedicata allo studio della produzione di radionuclidi (atomi radioattivi), di rilevante interesse nell’ambito della medicina nucleare sia ai fini diagnostici, che per immagini e terapie, tramite l’utilizzo di acceleratori di particelle, in particolare ciclotroni”.

“Il mio lavoro di dottorato – prosegue Pupillo – si inserisce nel progetto Laramed (LAboratorio di RAdionucidi per la MEDicina), finanziato dal Miur, che prevede l’utilizzo di un nuovo ciclotrone in grado di accelerare fasci di protoni ad elevatissima energia. Questo acceleratore, che a breve verrà installato presso i Laboratori Nazionali di Legnaro (Infn –Lnl), sarà utilizzato non solo per la ricerca in fisica nucleare, ma anche per la produzione di radionuclidi. E’ qui la peculiarità del progetto Laramed: in Italia, infatti, esiste già una rete di piccoli ciclotroni installati presso alcuni reparti di medicina nucleare degli ospedali, ma questo nuovo ciclotrone è il primo ad avere fascio di protoni con energia e corrente sufficientemente alte, da permettere la produzione una più vasta gamma di radionuclidi. In Europa esiste solamente un altro ciclotrone con caratteristiche simili: si tratta di Arronax (“Accelerator for Research in Radiochemisry and Oncology at Nantes Atlantique”), a Nantes (Francia), ente presso il quale ho svolto circa 8 mesi di ricerca durante il dottorato, grazie ai finanziamenti ottenuti con i progetti 5×1000 di UniFe dell’anno 2012 e ad una borsa di studio Erasmus Placement del 2013. La collaborazione tra Unife, Infn ed Arronax è fondamentale: lo scambio reciproco di conoscenze permette di fare ricerca ed ottenere risultati in diversi campi (produzione dei bersagli per esperimenti di fisica nucleare e di fisica medica, radiochimica e radiobiologia), in aggiunta all’arricchimento culturale che i singoli ricercatori hanno quando si trovano immersi in realtà diverse”.

Conclude Pupillo: “Un particolare ringraziamento va a tutti coloro che, fra studenti, colleghi, dottorandi, ricercatori e professori dell’Università di Ferrara, dell’Infn-Lnl, di Arronax, hanno collaborato a vario titolo a questa mia ricerca, frutto della passione di tutto il team di lavoro . Il mio lavoro attuale continua sullo stesso tema: da pochi mesi ho infatti iniziato un assegno di ricerca presso Infn – Lnl e la mia attività si divide tra Legnaro e i laboratori di Fisica dell’Università di Ferrara. Anche la collaborazione con Arronax prosegue e già da ora sto cercando finanziamenti per un nuovo progetto, con l’obiettivo di intraprendere una nuova campagna di misure sperimentali presso il centro di ricerca di Nantes”.

Con il Premio Resmini l’Infn ricorda la figura del fisico milanese Francesco Resmini (1938-1984) tra i pionieri degli studi sulle macchine acceleratrici e sulla fisica applicata per la diagnostica ambientale e medica. Nel 1976 Resmini propose lo studio di fattibilità di un ciclotrone superconduttore che portò alla costruzione, negli anni 80, del ciclotrone superconduttore K800 da destinarsi ai Laboratori Nazionali del Sud dell’Infn.

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