Che i democratici abbiano già deciso il nome del prossimo segretario provinciale del partito lo si capisce solo osservando l’ingresso alla Wunderkammer. È lì che ieri mattina Luigi Vitellio ha presentato agli iscritti il suo programma elettorale – anche se sarebbe più corretto dire i punti cardine di questo -, ed è lì che, uno dopo l’altro, si ritrovano tutti: a varcare la soglia ci sono Bratti, Barbara Paron, Tagliani, Sabina Mucchi, Adelina Ricciardelli e i delegati locali. Non bastasse questo a dare il senso della vastità dell’impero, in prima fila c’era pure Eric Zaghini. Calvano non si nota e qualcuno, senza esprimerlo, si interroga. Poi arriva anche lui, le facce si distendono e si può cominciare.

Lo slogan di Vitellio è ‘La giusta rotta’, preceduto dall’hashtag, in pieno rispetto della visual identity delle leopolde renziane. Quello che ormai pare con certezza sarà essere il nuovo segretario provinciale del Pd affascina e attacca in egual misura.

“Dopo tanto tempo abbiamo un congresso con due candidati, è una situazione nuova ma se il confronto riesce a riempire sale così grandi allora la competizione fa bene. Oggi è un punto di transito ma dobbiamo fare il punto per rilanciare un’azione politica che ha bisogno di nuovo brio”, comincia Vitellio col suo cappello introduttivo che introduce il lavoro: “È la parola che sento di più e che sentirete di più. Senza lavoro non c’è dignità, non c’è futuro e non c’è speranza. La politica ha il dovere di creare opportunità di lavoro, è finito il tempo in cui qualcuno diceva ‘creeremo posti di lavoro’, noi siamo il Partito Democratico e dobbiamo creare opportunità. Il lavoro però si crea anche con i finanziamenti, che possono arrivare da qualunque ente come la Provincia o la Regione, e dobbiamo essere molto seri su questo: non sono fini a sé stessi. Il lavoro di un amministratore non deve finire quando arrivano i finanziamenti, ma siamo noi i primi a dover capire se questi hanno fruttato oppure no”.

L’affondo però è sulla sicurezza: “Non ne abbiamo parlato e abbiamo lasciato questo tema alla destra. Ma se non c’è sicurezza allora le persone si sentono insicure. Facendo così abbiamo lasciato che Alan Fabbri fosse uno dei grandi elettori del presidente della Repubblica: non deve più succedere. E dobbiamo stare anche vicini ai nostri imprenditori contro le mafie, che ci sono anche qui, perché non sono un fenomeno del sud, al massimo nascono al sud ma poi si infiltrano”.

C’è anche spazio per una breve riflessione sul merito – “anche su chi nominiamo nelle imprese pubbliche, un curriculum lindo è il minimo indispensabile, dobbiamo nominare chi è in grado con le competenze di dare qualcosa con il suo ruolo” – prima di parlare di sanità: “Oggi pomeriggio saremo a Cona, perché credo che ai cittadini interessi di più quello che sta sopra ai cunicoli che quello che sta sotto”. Da lì a ricollegarsi all’area vasta in chiave di partito è un attimo: “Chi si candida a segretario provinciale deve essere pronto a farlo da piazza del Guercino alle valli di Comacchio, non ci dev’essere una contrapposizione tra città e provincia”.

A parlare seguono poi il sindaco di Vigarano Barbara Paron – “Sto per tornare a Vigarano dove incontrerò i cittadini perché questo è nel nostro dna democratico, ma ho deciso di sostenere Vitellio perché è un giovane ed è competente, anche se cosa si può dire di Minarelli? Solo del bene, è un ottimo sindaco – e Calvano.

È proprio lui a lanciare l’ultimo affondo alla Lega, prima di ricoprire di lodi quello che fino alle regionali era il suo braccio destro: “Un giorno chiedono di mettere i crocifissi nelle classi parlando di valori e allo stesso tempo vogliono lasciare i bambini nei barconi. I valori sono altri”.