Economia e Lavoro
6 Marzo 2015
Cresce l'occupazione nella fascia 15-29 anni, Ferri: "Speriamo si tratti di un cambiamento di rotta"

Lavoro, nel 2014 ancora giù ma segnali positivi per i giovani

di Redazione | 5 min

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lavoro genericaLa disoccupazione cresce ancora a Ferrara ma, rispetto agli anni passati, ci sono segnali positivi per quanto riguarda i giovani.

È quel che emerge dal rapporto dell’ufficio Statistica del Comune su occupazione e disoccupazione a Ferrara nel 2014, effettuato con indagini campionarie.

La situazione generale rimane ancora quella di una città in crisi che risente della fase congiunturale e registra ancora una volta un aumento della disoccupazione (+2%, prevalentemente per lavoratori oltre i 45 anni) che si attesta ora al 12,8%, a una diminuzione dell’occupazione (-0,8%, prevalentemente tra i lavoratori autonomi, compensata in parte da un aumento di lavoratori dipendenti con contratti a tempo determinato) che si ferma al 66,1%.

Ci sono però buone notizie per quanto riguarda la fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni dove si registra una diminuzione rilevante della disoccupazione (-5,5%) e un contestuale incremento dell’occupazione (+4%). Diminuiscono anche i giovani inattivi che non studiano, non lavorano e non sono in cerca di occupazione (i cosiddetti Neet). Importante rilevare che i dati sono sostanzialmente omogenei per entrambi i generi.

“Speriamo si tratti di un cambiamento di rotta”, commenta Caterina Ferri, assessora al Lavoro. “Negli ultimi anni abbiamo registrato un aumento costante della disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 29 anni, con un preoccupante fenomeno di ragazzi che non cercavano lavoro né erano impegnati nello studio. Adesso finalmente i dati del 2014 ci dicono che nel nostro comune cala la percentuale di giovani inattivi, e cala per entrambi i generi. Ciò che ancor più interessante – sottolinea l’assessora Ferri – è che contestualmente diminuisce del 5,5% la disoccupazione giovanile, ben oltre le aspettative. Ora dobbiamo lavorare perché questi dati positivi che riguardano i nostri ragazzi si traducano in nuovi posti di lavoro anche per i lavoratori più maturi, per i quali ancora non si leggono segnali di miglioramento, anche usufruendo dei Fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per le imprese e i territori.”

Occupati. Il report del Comune evidenzia come, dopo il miglioramento del 2013, il dato sull’occupazione riprende la sua corsa negativa nel 2014, attestandosi al 66,1% (8 decimi di punto in meno rispetto all’anno precedente), mantenendosi tuttavia superiore al valore del 2012 di 5 decimi di punto. Ancora lontano il valore del 2007, il più alto negli ultimi 15 anni, quando l’occupazione era 68,2%.

Come evidenziato in precedenza, tranne la fascia 15-29 anni, l’occupazione diminuisce per tutte le classi di età: in termini assoluti gli occupati di oltre 29 anni diminuiscono di 2mila persone, mentre aumentano gli occupati in età 15-29 anni di 600 persone.

I lavoratori autonomi sono quelli che fanno segnare le maggiori difficoltà (-1.800 unità), seguiti dai parasubordinati (-300). Mentre crescono i lavoratori dipendenti (+500) e – ma è un dato negativo – i lavoratori in cassa integrazione (+1.200). Il Comune rileva come l’occupazione indipendente diminuisce soprattutto nei servizi di ristorazione, nei servizi di informazione e comunicazione (soprattutto servizi informatici), nel commercio e in agricoltura. L’occupazione alle dipendenze aumenta soprattutto nei servizi di trasporto e magazzinaggio.

Differenze di genere/1. A perdere più spesso il lavoro sono i maschi, e infatti sono loro a registrare il calo più vistoso (-2,2%), mentre l’occupazione per le donne cresce (molto poco) di 5 decimi di punto. L’occupazione maschile diminuisce nelle classi di età dai 45 ai 54 e dai 55 ai 64 anni, rispettivamente di 7,2 e 7,7 punti percentuali, mentre quella femminile diminuisce nella classe 30-44 di 5,2 punti. Entrambi i generi evidenziano un andamento positivo relativamente alla classe giovanile dai 15 ai 29 anni, con una variazione positiva di 4,8 punti per i maschi e di 3,2 per le femmine. In termini assoluti l’occupazione maschile diminuisce di 1.100 persone, quella femminile di 300. L’occupazionale femminile registra invece un sensibile aumento nell’occupazione alle dipendenze (+1.200 persone) mentre cala relativamente all’occupazione indipendente (-1.400) e parasubordinata (-100). Aumenta la Cig per entrambi i generi (+700 uomini, +600 donne).

Disoccupati. Il tasso di disoccupazione non smette di crescere e arriva al 12,8%, crescendo di due punti sul 2013 ed è oltre il doppio rispetto al 2008 (6%). A venire colpite sono le persone tra i 45 e i 64 anni (+4%), mentre fra i giovani (15-29 anni) cala di oltre 5 punti e scende a quota 30,%. Da rilevare come nella più specifica classe dai 15 ai 24 anni la disoccupazione giovanile si attesta invece al 40,1%, un decimo di punto inferiore all’anno precedente.

In termini assoluti le persone in cerca di occupazione risultano 8.200, in aumento di 1.300 rispetto al 2013. Secondo il Comune dovrebbero essere circa 7.100 le persone in cerca di un nuovo lavoro e 1.100 quelle in cerca di prima occupazione; le prime risultano in aumento di 1.400 unità rispetto all’anno precedente, mentre le seconde restano pressoché invariate.

Disoccupati: differenze di genere/2. I dati del Comune evidenziano come sia aumentato maggiormente il tasso di disoccupazione maschile rispetto a quello femminile, attestandosi, rispettivamente, sui valori di 13,6% e 12,0% variando, rispettivamente, di +3,2 e 0,7 punti percentuali rispetto al 2013. La disoccupazione maschile aumenta sensibilmente nella classi di età 45-54 e 55-64 anni, rispettivamente di 10,7 e 8,6 punti percentuali, mentre quella femminile denota un aumento nella classe dai 30 ai 44 anni di 3,4 punti percentuali.

Per entrambi i generi diminuisce la disoccupazione giovanile dai 15 ai 29 anni: attestandosi sul valore di 25,5% quella maschile e di 35,7% quella femminile evidenziano un calo rispettivo di 9,0 e 2,2 punti percentuali sul 2013.

Inattivi e Neet. Diminuisce il tasso di inattività 15-64 anni di 0,9 punti percentuali rispetto al 2013, attestandosi sul valore di 24,0%. La diminuzione riguarda sia gli uomini che le donne (rispettivamente -0,6 e -1,1 punti percentuali). Sono 19.800 le persone che non lavorano e non lo cercano, in diminuzione rispetto al 2013 di 900 unità. Di queste 16.900 dichiarano di non avere interesse a lavorare (in diminuzione di 1.200 unità rispetto al 2013), mentre sono 2.900 le “forze di lavoro potenziali” (in aumento di 300 unità rispetto al 2013). Diminuisce di 6 decimi di punto rispetto al 2013 la percentuale di giovani in età 15-29 anni che non lavorano, non lo cercano e non studiano, attestandosi al 6,1% nel 2014 (3,6% per i maschi, 8,9% per le femmine, rispettivamente in diminuzione di 1,7 e in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al 2013).

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