Cronaca
27 Novembre 2014
Il convegno della Filt Cgil nell’ambito del progetto ‘Infiltrazioni legali’

Coop spurie, “la mafia non sta da un’altra parte”

di Redazione | 4 min

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unnameddi Silvia Franzoni

La serie di convegni itineranti nati dal progetto ‘Infiltrazioni Legali’ che, organizzato da Filt Cgil Emilia Romagna e Bologna in collaborazione con l’associazione ‘Libera’, ha interessato a partire da maggio scorso l’intera Regione ha fatto tappa anche a Ferrara: senza volersi sostituire “alle misure ispettive – presenta la coordinatrice dell’incontro Loretta Viani (Filt Cgil E-R e Bologna) – ma per parlare e far parlare di cultura della legalità”, la campagna si finalizza al contrasto dei fenomeni di irregolarità nel mondo degli appalti, al “conoscere – come recita lo slogan che ha accompagnato l’incontro bolognese – per riconoscere”. L’iniziativa riscuote il plauso dell’assessore alle Attività Produttive del Comune di Ferrara Caterina Ferri, che loda le assunzioni di responsabilità dei singoli contro il rischio di ampliamento di “quella zona grigia – spiega – che, sull’orlo della legge, perpetua la concorrenza sleale”: sul territorio, l’esempio positivo a contrasto del dilagare di irregolarità è il “Protocollo Appalti (2012) di stampo provinciale”, in ambito regionale, invece, sono “i principi giusti della legge L.R. 3/2014”.

È il caso delle cosiddette coop spurie, “false cooperative – così sono state descritte al convegno -, imprese individuali che praticano illegalità a tutto tondo: evasione, pagamenti fuori busta, contratti pirata, lavoro a chiamata che, nel settore dei trasporti/facchinaggio, non è assolutamente previsto”. I comportamenti illeciti delle cooperative spurie comportano “danni contributivi ed economici – spiega nella sua relazione il segretario generale Filt Cgil Luca Roverati – che massacrano il mercato”, una situazione “indegna per un paese civile” che può trovare soluzione solo nell’estensione e applicazione di regole certe. E il focus sulla regione, quale è quello attuato negli interventi dei relatori, definisce una situazione aggravata dalla impossibilità di ritenerla estranea alle infiltrazioni mafiose: l’Emilia Romagna è infatti “la prima regione a nord del Lazio – così Davide Fiorini, responsabile progetto appalti Cdlt Cgil Ferrara – per sequestri alla malavita”, ma le (difficili) stime nazionali riguardo alle attività sommerse sottolineano ancora più nettamente le dannose conseguenze di quella che può considerarsi la “prima azienda – come sottolinea amaramente Carlo Carnielli (Unindustria Ferrara) – d’Italia, con il suo giro di affari che supera i 150 miliardi di euro annui, circa l’8-10% del Pil nazionale”.

Mentre i relatori si avvicendando ai microfoni gli interventi restano saldi alle tematiche: dunque si parla di appalto, contratto “genuino che è diventato strumento– precisa Alessandro Millo, direttore DTL Ferrara – per eludere le regole del mercato”, di cooperativa come “marchio usato in modo spregiudicato dalla malavita”, e della necessità di “sensibilizzare e segnalare le irregolarità – continua – perché l’ufficio intervenga”. Le criticità che minano il settore sono, però, numerose e, a partire dalla “responsabilità solidale del committente – interviene la ricercatrice UniFe Silvia Borelli – che è norma facilmente aggirabile” fino ad arrivare alla frammentazione dei contratti collettivi “che favoriscono il dumping tra le imprese”, forniscono un terreno favorevole per quelle cooperative spurie che si pongono come “sistema alternativo alla delocalizzazione”.

unnamed1La fiducia di tutti gli intervenuti è dunque riposta nei dibattiti negli incontri, perché attraverso il confronto si giunga al riconoscimento di quella “legge di iniziativa popolare sugli appalti – precisa Davide Fiorini – che sostiene una tutela reale del trattamento dei lavoratori, contrasta la concorrenza sleale e consolida la clausola sociale nei casi di cambio di appalto”. E il ripristino di norme certe è, per Livio Caravita (Legacoop Ferrara), esigenza non più rinviabile: “il tema della legalità è emergenziale – illustra – e le coop serie hanno un destino infausto se il settore non sarà presidiato”.

Quella che può considerarsi una “trasformazione genetica – evidenzia il segretario generale Filt Cgil E-R Michele De Rose – dell’idea di cooperazione, ora distante dalla vocazione solidale che la caratterizzava” è una deriva che interessa trasversalmente la Regione e che si stanzia in un contesto che perpetua una “voluta e politica sottovalutazione del settore trasporti e logistica”: un settore che conta, nel Paese, 25000 imprese e che produce il 7% del Pil nazionale, capace dunque di “porsi – continua Michele De Rose – come movimento anticiclico della crisi”. La riflessione del segretario generale, a conclusione del convegno, si allarga poi fino ad individuare nel Papa “l’unico soggetto ad aggettivare correttamente il lavoro, dicendolo dignità” e ad ammonire chi dubita delle infiltrazioni della malavita: “la mafia non sta da un’altra parte – conclude – e noi dobbiamo ricostruire dal basso la coesione consapevole e non rituale di soggetti portatori sani di legalità”.

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