E’ una sorta di rivincita su quello che Valentino Tavolazzi definisce il “fascismo liquido”. Dopo l’espulsione dal Movimento 5 Stelle da parte di Grillo, il primo della serie, ora il leader di Progetto per Ferrara si rilancia a livello nazionale attraverso il progetto di Democrazia in Movimento (Dim), che proprio ieri a Roma ha posto le basi per occupare – questi gli intenti dell’assemblea nazionale – lo spazio vuoto lasciato proprio dal M5S. Lo ha fatto approvando una carta d’intenti e fissando la data della successiva assemblea, il prossimo 14 settembre, di tutti gli aderenti al progetto.
Un progetto che ha fra i suoi scopi quello di realizzare una rete tra tutti i gruppi, i singoli e i movimenti sparsi nella Penisola, provenienti dal Movimento 5 Stelle o che non vi hanno mai aderito perché contrari all’idea “autoritaria e verticistica” imposta da Grillo e Casaleggio. E ieri Dim, di cui Tavolazzi è uno dei fondatori, ha gettato le basi costitutive di quel processo di democrazia partecipata che Grillo avrebbe disatteso e tradito. “E’ stato votato un documento politico – riferisce Tavolazzi al termine dell’assemblea – che è sostanzialmente una carta d’intenti dei soggetti partecipanti, che si impegnano a costruire questa nuova entità nazionale su basi di democrazia partecipata”.
Fra i partecipanti all’assemblea, una settantina di persone, anche un altro espulso eccellente dal Movimento 5 Stelle, Gi0vanni Favia, oltre al senatore Francesco Campanella (pure lui espulso da Grillo) e ad Antonio Ingroia, portavoce del progetto politico Azione Civile, che ha espresso grande interesse per Democrazia in Movimento dicendosi disposto a collaborare. Numerosi, poi, i movimenti italiani rappresentati e le liste civiche già certificate certificate Dim, fra le quali Progetto per Ferrara.
Fra i punti approvati nella carta d’intenti (alla quale si è arrivati attraversouna sintesi dei documenti proposti, compreso quello presentato da Tavolazzi), oltre all’intenzione di occupare lo “spazio enorme” lasciato nel Paese dalla situazione politica per un movimento ispirato alla democrazia partecipata, figura l’idea che “nessuna elaborazione verticistica può ottenere il risultato della condivisione di regole, strumenti e obiettivi politici, se non vi è una partecipazione attiva dei cittadini e dei territori”, da realizzare a livello locale e nazionale attraverso “tavoili di discussione aperti”. L’obiettivo centrale di Democrazia in Movimento è quello di “spostare il baricentro delle decisioni pubbliche dai vertici dei partiti, dei poteri corporativi, dei centri di potere economico finanziario, ai cittadini”, un risultato che si intende perseguire “con l’ingresso nelle istituzioni a tutti i livelli dei rappresentanti dei cittadini, individuati ed incaricati di perseguire i programmi politici decisi con metodi di democrazia partecipata”.
L’assemblea ha quindi deciso di costituire un gruppo tecnico organizzativo incaricato temporaneamente “di organizzare le relazioni tra gli aderenti e un forum di discussione, oltre a favorire l’approfondimento di temi di programma, da sottoporre di volta in volta al voto degli aderenti, in assemblee fisiche convocate ad hoc o in piattaforma di voto online temporaneamente dedicata”.
“Il Movimento 5 Stelle – commenta Tavolazzi – ha deluso tantissime persone in seguito al fallimento del processo partecipativo, che in parte ha realizzato ma tradendo lo scopo principale, quello cioé di agevolare la partecipazione dal basso. A questi delusi ora vogliamo dare una speranza. Oggi a Roma (ieri, ndr) si è realizzato qualcosa di molto consistente. Non so se alla fine si concretizzerà, ma questo primo risultato è positivo”.
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