Mesola. Procede a pieno ritmo l’inchiesta sul drammatico incidente sul ponte di Massenzatica avvenuto la notte del 18 marzo, in cui persero la vita i giovani Matteo Carli, Stefano Bertaglia, Loredana Nicoleta Caruntu e Liliana Dragnescu. Durante l’incidente probatorio nelle aule del tribunale di Ferrara, tutte le parti in causa hanno nominato i propri consulenti tecnici che dovranno rispondere al quesito sulle cause che portarono alla tragica fatalità.
Il perito scelto dal tribunale è l’ingegner Alberto Vallini, che avrà 90 giorni di tempo per depositare le proprie conclusioni in vista della prossima udienza che si terrà dopo l’estate. Vallini si recherà sul luogo dell’incidente per effettuare i rilievi e raccogliere ogni indizio utile e, quando avrà concluso le operazioni “sul campo”, la procura potrà liberare il ponte e il tratto di strada interessato, che pur non essendo mai stato chiuso al traffico era stato posto sotto sequestro all’indomani del fatto.
A difendersi dall’ipotesi di omicidio colposo sono i responsabili alla sicurezza stradale: per la Provincia la presidente Marcella Zappaterra, l’assessore alla sicurezza stradale Davide Nardini e l’ingegnere capo Mauro Monti; per il Comune di Mesola il sindaco Lorenzo Marchesini, il suo vice Dario Zucconelli e il dirigente del settore urbanistica Fabio Zanardi. Zappaterra e Nardini si affideranno allo stesso consulente, il professor Andrea Simone, mentre Monti si è rivolto a un consulente a parte. Per quanto riguarda i rappresentanti di Mesola, a dare una risposta al quesito del tribunale sarà l’ingegnere Jerry Mancini.
L’obiettivo della perizia, com’è facile immaginare, si concentra sulla dinamica dell’incidente e sulle possibili concause che lo possono aver provocato. I tecnici studieranno quindi sia le condizioni della strada, del ponte e delle sue barriere di protezione, sia i possibili problemi del veicolo sul quale viaggiavano i tre ragazzi.
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