Politica
3 Marzo 2014

Pozzuolo del Friuli, restituirla alla città non è provocazione

di Redazione | 2 min

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“Per una città che sappia guardare lontano”, questo lo slogan della lista civica Ferrara Futura del candidato sindaco Daniele Botti, che spicca in mezzo alle bancarelle di cibo della tradizione ferrarese in un fucsia sgargiante. A raccogliere le firme e spiegare ai passanti il programma elettorale i candidati della lista e Botti in compagnia del deputato di Italia Viva Luigi Marattin

admin-ajax.phpdi Ranieri Varese

La stampa cittadina riporta, in maniera concorde, il giudizio del sindaco di Ferrara sulla proposta di istituire anche a Ferrara il ‘Museo della Città’ e l’indicazione della possibile sede nella ex Caserma Pozzuolo del Friuli. “Una provocazione proporre alla città una spesa di 60 milioni di euro abbandonando quanto iniziato, come ad esempio Casa Minerbi.”

I due temi, la fondazione del Museo (e del sistema museale) e l’utilizzo della ex Caserma sono troppo importanti per essere liquidati con una battuta, a mio parere impropria.

Vanno mantenuti distinti; sono stato io che li ho riuniti proponendo la coincidenza, ma niente vieta altre soluzioni. La occasione mi è stata fornita dall’Assessore Fusari che ha spiegato in una pubblica riunione le ipotesi di uso dell’area da parte della Amministrazione Comunale e ha presentato i primi elaborati approntati dagli uffici, evidentemente su indicazione. Ricordo: edilizia residenziale, studentato, parcheggio, centro commerciale.

La ‘provocazione’ è sulla destinazione d’uso, quando la si propone pubblica?

Una area di quasi tre ettari, da anni abbandonata, all’interno della cinta muraria è un problema che coinvolge, o dovrebbe, le istituzioni, le forze politiche, tutti i cittadini. Mi chiedo se è una ‘provocazione’ avanzare delle ipotesi in funzione di un dibattito e di un confronto che comunque non potranno essere evitati.

Ho scritto, il 27 gennaio scorso, all’Assessore Fusari chiedendogli di aggiungere questa ipotesi alle altre illustrate. Non ho avuto risposta. L’Assessore non aveva l’obbligo di farlo; esiste tuttavia un ‘dovere di cortesia’ che, in questa occasione, è mancato.

La lettera di un cittadino che, in termini civili e argomentati su un tema non pretestuoso, chiede un riscontro non va ignorata. Se avviene non è un bel segnale.

Il tema ‘Casa Minerbi’, naturalmente, non c’entra in nulla con quanto avevo indicato.

Non mi sento un ‘provocatore’.

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