“Quando si parla di cambiare il Paese occhio a chi semplifica, perché la complessità sta nella stratificazione normativa che si è venuta a creare negli anni. Il lavoro che andrete a fare voi è fondamentale per riscrivere letteralmente l’Italia”. A parlare è Alessandro Fusacchia, consigliere del Ministero degli Affari Esteri, nell’aula magna del dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Ferrara ieri pomeriggio, invitato come ospite esterno ad inaugurare l’anno accademico della Scuola Forense Ferrarese.
Il consigliere del Mae ha le idee chiare su cosa non funzioni in Italia, e per spiegarlo alla platea di giuristi usa un esempio in particolare, sulle leggi che regolano il lavoro: “Un giorno eravamo al ministero, si parlava del testo unico sul lavoro, e a un certo punto mi hanno chiesto se sapessi quante sono le leggi sul lavoro. Ci ho pensato un attimo e gli ho detto di no, e loro hanno risposto ‘Nemmeno noi’. Allora abbiamo chiamato Ichino, e un numero preciso non può darlo nemmeno lui, perché con tutte le leggi, abrogazioni, emendamenti e regolamenti fatti in quasi trent’anni ogni giuslavorista dà una risposta diversa a questa domanda”.
“Da notare – continua Fusacchia -, che su questo tema poi comandano i giuslavoristi, e non ci sia mai nessun economista del lavoro interpellato durante la stesura degli articolati su questi temi”.
È sull’immigrazione qualitativa tuttavia che il consigliere del Mae esorta i giovani e i futuri avvocati a riscrivere il Paese partendo da un altro aneddoto: “Per coloro che hanno alte qualifiche e titoli di studio e vogliono venire a lavorare come dipendenti in Ue c’è una direttiva europea che istituisce le blue card. In Germania ne sono state emesse circa 10mila, in Italia appena 64. Abbiamo perso due settimane a vedere perché. Per cominciare nella trasposizione da direttiva europee a legge nazionale la Germania ha affidato la verifica delle condizioni del rilascio della card alla rete diplomatica, mentre noi alle questure. Poi la nostra legge prevede come prerequisiti l’aver conseguito titoli di studio e avere relative qualifiche. Relative significa che se fosse straniero Marchionne, che è laureato in filosofia ma è a capo della Fiat, non potrebbe entrare in Italia perché la qualifica non è relativa, e le questure applicando la legge hanno rifiutato l’emissione della blue card in un’infinità di casi”.
Secondo Fusacchia, per rendere più competitivo il Paese va innanzitutto capito che non è necessario scrivere norme per fare delle politiche, vanno superate le ambiguità costruttive, la scrittura delle leggi a partire dalla patologia e la stratificazione ‘gelogica’ delle norme.
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