Cronaca
23 Gennaio 2013
I residenti soddisfatti degli ultimi interventi, ma restano i problemi legato allo spaccio

Grattacielo, si inizia a respirare un po’ di sicurezza

di Ruggero Veronese | 5 min

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DSC02658“Un incontro costruttivo”. È così che buona parte dei presenti ha definito l’appuntamento di ieri sera alla sala polivalente del grattacielo con i rappresentanti delle forze dell’ordine, il terzo organizzato dal “Gruppo lavoro sicurezza” che da novembre ha aperto il ciclo di dibattiti con la cittadinanza. Rispetto all’atmosfera che si respirava durante il primo incontro, con una tensione palpabile tra gli ufficiali, residenti italiani e stranieri, il dialogo è stato molto più sereno e l’operato delle forze dell’ordine è stato apprezzato da buona parte dei cittadini presenti. Unica nota negativa – e per constatarlo basta osservare le foto della platea – la totale assenza di stranieri in mezzo al pubblico. Segno che sul piano della partecipazione e dell’integrazione delle varie minoranze etniche della zona c’è ancora da lavorare.

Alla discussione erano presenti i rappresentanti di carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia municipale, a cui si sono aggiunti il vice prefetto di Ferrara Pinuccia Niglio e l’assessore ai servizi alla persona e all’immigrazione Chiara Sapigni. Proprio quest’ultima ha elencato alla sala i progetti messi in moto dal Comune per la riqualificazione dell’area che circonda la stazione e il grattacielo, con una netta distinzione tra le attività di controllo più poliziesche e quelle di mediazione e integrazione sociale. Nel primo gruppo rientrano l’ampliamento e la manutenzione dell’impianto di videosorveglianza, le due ordinanze contro la vendita e il consumo di bevande alcoliche e l’intensificazione dei controlli delle varie forze di polizia previste nel “Patto per Ferrara sicura”. Ben più variegato l’elenco delle attività di integrazione e riqualificazione dell’area: presenza più intensiva dei mediatori sociali nel grattacielo (5 giorni alla settimana invece che due), la creazione di uno sportello per la mediazione dei conflitti tra residenti, aperto ogni mercoledì mattina, la diffusione di un testo, tradotto in più lingue, sulla convivenza tra condomini, l’attivazione di servizi di pulizia straordinari richiesti a Hera e gli interventi sull’illuminazione notturna.

Interventi realizzati anche grazie alle sollecitazioni della cittadinanza durante gli incontri precedenti. “Questo è il modo in cui bisogna procedere: – ha commentato il vice prefetto Niglio – non guardando solo agli interventi di polizia, ma facendo si che la città si possa riappropriare di questa zona. Considerare la tematica del grattacielo solo come emergenza costante non porta a quel coinvolgimento delle istituzioni e della cittadinanza che porta a tutti questi diversi interventi che si integrano a vicenda”. Le reazioni del pubblico sono state nel complesso positive, e ad amministrazione e forze dell’ordine è andato il riconoscimento di essere riusciti ad attenuare il degrado e la presenza della malavita grazie a recenti interventi e ordinanze di chiusura di alcuni esercizi commerciali.

Impossibile però mettere d’accordo tutti, e qualche lamentela è emersa soprattutto riguardo alle questioni particolari. Come la presenza di un chiosco nel parco accanto a via Cesare Battisti, che secondo alcuni residenti resta aperto ben oltre l’orario concesso e attira per tutta la notte una clientela poco rassicurante, o il continuo via vai di ciclisti misteriosi – presumibilmente spacciatori, affermano residenti e polizia – nelle zone tra i giardini e le mura. Presenze preoccupanti per molti dei cittadini presenti, che raccontano di essere stati già aggrediti verbalmente in più occasioni e temono che prima o poi la situazione possa degenerare in uno scontro fisico. DSC02657

Gli interventi su questo tema si sono susseguiti a lungo, e i diversi punti di vista rivelano come l’esasperazione verso il degrado del quartiere abbia portato alcuni a una vera e propria intolleranza verso gli stranieri, con la richiesta di più fermezza e arresti nei confronti di quelli che qualcuno ha definito “quei ciclisti abbronzati”. Una situazione di fronte alla quale la Niglio ha affermato che “il fenomeno dell’immigrazione ha bisogno di un approfondimento diverso, e non si può liquidare con certe generalizzazioni. Ci sono dei diritti ben definiti, e anche alcune ordinanze che suggerite, quando applicate in altre città, sono state riconosciute come anticostituzionali”. Un discorso supportato dal capitano della guardia di finanza Domenico Messina che ha spiegato come “l’attività investigativa sullo spaccio richieda procedure più lunghe rispetto alla normale attività di controllo, anche perché punta a individuare e fermare la grande distribuzione. Gli arresti non possono essere fatti tutti i giorni, perché c’è bisogno di indagini e di prove”.

Ma le questioni etniche rischiano a volte di far passare in secondo piano i problemi. “Se devo parlare della mia esperienza – ha cercato di suggerire uno dei cittadini presenti – non è assolutamente una questione razziale”. La proposta che avanza è quindi quella di trovare un modo per migliorare la situazione attraverso le normative esistenti: facendo presidiare anche alla polizia municipale alcune delle zone più sospette, e fermando i ciclisti a fanali spenti basandosi semplicemente sulle direttive del codice della strada. “Il problema, oltre alla sicurezza della mia famiglia, – ha poi spiegato – è anche economico, perché la mia casa ora vale un terzo di quelle nelle altre zone di Ferrara”. Discorso questo che non trova l’appoggio dell’assessore Sapigni, quando afferma: “il valore degli immobili non è strettamente legato allo spaccio, che è un problema generalizzato a Ferrara. Per aumentare il valore immobiliare sono necessari investimenti e una lotta a tutte le forme di degrado, e l’invivibilità di questa zona è anche una leggenda metropolitana che si è autoalimentata”. È forse questo il passaggio meno apprezzato dai presenti, quasi tutti concordi nel vedere proprio nello spaccio “la causa principale dell’invendibilità delle nostre abitazioni. Ma lei ha mai visto qualcuno che cerca casa in questa zona? E se anche ci fosse, quanto crede che offrirebbe?”

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