Politica
2 Agosto 2012
“Si rischia di non avere le risorse per mantenere l’attuale standard di servizio sanitario”

Tagliani chiede ai ferraresi di difendere Cona

di Marco Zavagli | 4 min

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“C’era una volta…”. Inizia con il più classico degli incipit delle favole la lettera che il sindaco di Ferrara rivolge ai cittadini. Il tema è quello non proprio fiabesco dell’ospedale degli scandali, l’ospedale di Cona, entrato di diritto “nel novero delle grandi porcate nazionali” per usare la parole del senatore Alberto Balboni (leggi).

Dopo l’episodio dell’incendio di martedì scorso (leggi) e le nuove polemiche piovute sul nosocomio costato oltre 300 milioni di euro e completato dopo oltre vent’anni di attesa, Tagliani interviene per gettare – è proprio il caso di dirlo – acqua sul fuoco. E parla non proprio di “bugie”, ma di “esagerazioni” in merito a quello che dovrebbe diventare il punto di eccellenza della sanità regionale.

Torniamo all’incipit e al “C’era una volta”. “C’era una volta l’ospedale di Cona – scrive il sindaco pompiere -, quello per intendersi che nel 1991, quando fu decisa la sua collocazione io non votai, quello in permanenza allagato per due gocce di pioggia, quello dal cemento “impoverito”, quello dalle lunghe interminabili code sulla via Comacchio. Quella Cona oggi non c’è più ma nessuno chiede conto non dico delle bugie ma almeno delle esagerazioni”.

Oggi, dopo i ‘c’era una volta”, ci sono “duecentomila metri quadri di moderne sale degenza, con percorsi visita e sanitari ben distinti come in tutto il mondo civile, 23 sale operatorie, un moderno pronto soccorso e via discorrendo”. A fronte di questo “da settimane – lamenta Tagliani – assisto a titoli ad otto colonne e paginate di “disagi”, veri per carità, ma lasciatemi dire che se un anno fa ad ospedale chiuso ci avessero paventato che avremmo avuto problemi per un rubinetto che perde o l’iniziale e comprensibile difficoltà d’orientamento, tutti ci avrebbero messo la firma”.

I problemi “sono ben altri”, secondo Tagliani, che ha “avuto ben modo di rappresentarli all’assessore regionale alle Politiche per la salute Carlo Lusenti”. Quello che ha detto che l’ospedale è costato poco. “Parto dal presupposto – prosegue il sindaco -, noto a tutti ma che non è forse elegante ricordare, che la spesa pro capite in provincia di Ferrara è la più alta della regione (con Bologna) e che il tasso di occupazione letti è tra i più bassi, il che lascia intendere un fatto solo: ovvero che le altre province ci mantengono e di questi tempi c’è di che preoccuparsi”.

Qui le preoccupazioni del sindaco si fanno di carattere amministrativo e politico (di politica sanitaria). E sono effettivamente preoccupazioni da considerare. “Spento il clamore dell’incendio dei cartoni, a riprova che Cona resiste al gelo al terremoto ed al fuoco, e che forse abbisogna di un “richiamo” della originaria benedizione, dobbiamo porci il tema di accreditare Cona anche fuori Ferrara, attraendo mobilità attiva provenienti da altre provincie”.

Se Cona diventerà per tutti, non solo per la stragrande maggioranza dei ferraresi, l’ospedale dei disastri, se in sostanza la fama, per ora non certo esaltante, valicherà i confini provinciali, si corrono seri rischi che Tagliani sintetizza in tre punti.

Primo: “non avremmo le risorse economiche che servono a mantenere l’attuale standard di servizio sanitario che offriamo ai residenti, ma soprattutto non innescheremmo quel percorso virtuoso che alle risorse fa seguire investimenti in attrezzature ed acquisire professionisti di grande capacità i quali sono disponibili ad operare solo in ospedali all’avanguardia”.

Ne conseguirebbe l’“impoveriremmo anche gli ospedali della provincia: Cento, Delta ed Argenta che devono servire da ponte di ingresso della mobilità attiva dal bolognese, dal Veneto, dalla Romagna e che devono trovare in Cona un partner collaborativi e non un alibi per ridurre l’offerta”.

In ultimo, “metteremmo a rischio anche la stessa nostra facoltà di medicina già impoverita dal calo di risorse finanziarie e professionali, che deve puntare sul nuovo ospedale per uscire non penalizzata dal confronto inevitabile con le sorelle di Parma e Modena e non essere progressivamente fagocitata dalla grande Bologna”.

Per raggiungere questi obiettivi, “che sono davvero essenziali”, Tagliani rivolge l’amletica domanda: “è più utile proseguire come abbiamo cominciato, ovvero a puntare il dito sui disagi inevitabili di questa scelta (es. parcheggi e cartelli), oppure è meglio indicare alla Regione la lista – assai concreta –  della eccellenze che possano fare di Cona un centro di riferimento regionale (HUB), a partire ovviamente da quelle che già ci sono, per arrivare a quelle nuove che possono  esservi collocate?”.

La risposta è già nelle premesse: “penso che, mentre lavoriamo per superare i disagi, tutta la città dovrebbe sostenere e soprattutto agire per questo secondo obiettivo: aspetto segnali”.

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