Sono stati assolti dall’accusa di diffamazione che era stata intentata da un poliziotto e ora vogliono chiedere i danni. Loro sono due frequentatori romani del blog Aldrovandi, Mauro Corradini e Giorgio Antonaci. Il poliziotto è Marco Pirani, ufficiale di polizia giudiziaria di Ferrara condannato in primo grado a 8 mesi per omissione nel processo Aldrovandi bis.
La denuncia presenta da Pirani si era risolta lo scorso luglio con una sentenza di non luogo a procedere da parte del tribunale di Roma (vai all’articolo). Nell’occasione il gip riconobbe il diritto di critica (leggi) dei due amici della famiglia di Federico, sentenziando che “la campagna stampa, mirante a sollecitare criticamente le indagini non ancora intraprese e/o comunque ritenute carenti, riflette attività strettamente correlate alla libera informazione (costituzionalmente tutelata), e quindi al diritto ad informare e ad essere informati in ogni settore della vita civile, cui è sotteso il controllo del corpo sociale in ordine alle vicende di pubblico interesse per le quali la mobilitazione e/o i movimenti di opinione appaiono perfettamente plausibili e legittimamente operanti”.
Il fatto che i due blogger siano stati assolti, mentre Pirani ha sulla spalle la condanna in primo grado, fa parlare allo studio legale di Roma che assiste i due blogger di “capovolgimento di fronte sancito dalle indagini della magistratura e dalle condanne e assoluzioni in tribunale”.
Corradini e Antonaci, inoltre, seguendo il ragionamento del legale, sarebbero state “vittime di una vera e propria persecuzione di polizia giudiziaria da parte di organi della Polizia di Stato in forza alla questura di Ferrara, uomini dello stato, alcuni dei quali anch’essi condannati per reati connessi”.
Per l’avvocato sarebbe evidente una culpa in vigilando e in eligendo da parte del Ministero degli Interni. Su queste basi, alle quali si aggiungono i danni economici, di immagine ed esistenziali patiti per la difesa dalle querele subite, il legale chiede al Ministero 100mila euro per ciascuno dei suoi assistiti “a titolo di integrale risarcimento del danno subito per questa infondatissima querela proposta”.
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