Finanza & Mercati
12 Dicembre 2022
Le ultime statistiche parlano di 157 euro a famiglia di spesa media per i regali del 2022, segnando così il Natale “più magro” del decennio

Sotto l’albero niente

di Redazione | 3 min

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di Edoardo Righini

Anche se Natale non è ancora arrivato si cominciano già a fare i conti. Del resto, per decidere tutte le volte se è un buon natale o meno ciò che conta è soprattutto quanto gli italiani sono stati disposti a spendere per fare i regali (alla faccia di “quello che conta è il pensiero”).

Quest’anno, più che in passato, la situazione generale sembra non sorridere particolarmente ai consumatori e, di conseguenza, ai commercianti: tra inflazione, polemiche varie sulle modalità di pagamento, e aumento delle spese vive necessarie, le aspettative non si direbbero rosee.

E, infatti, fa sapere l’ufficio Studi di Confcommercio che la spesa media a testa per i regali natalizi quest’anno sarà di 157 euro, in ulteriore calo (anche se di poco) rispetto al 2021, in cui si è attestata sui 169 euro di spesa media reale.

Ma è tutta colpa della congiuntura economica, politica e sociale attuale?

Sì e no diciamo, dipende dal significato che si vuole dare alla parola “attuale”.

In realtà, la tendenza a spendere meno per le feste non è una novità di questi giorni. Al contrario, si parla di una tendenza che comincia da lontano, dal 2009, e che ha visto ridursi sempre di più la spesa aggregata per i regali di Natale.

Si pensi che, se proprio nel 2009 si spendevano circa 14 miliardi di euro, già nel 2019 si è arrivati a 9,6 miliardi, calando ancora nel 2020 (con 7,9 miliardi) e poi nel 2021 (7,4 miliardi).

E ha un bel da dire la Confcommercio che il fenomeno della decrescita si sarebbe fermato visto che la propensione a fare regali quest’anno si attesta al 41,7% contro il 41,1% dell’anno precedente. Della serie, si ride per non piangere…

Anche perché un altro tema che è sul banco è: come verrà ripartita questa cifra.

A ben vedere, il rischio è che ad assorbire gran parte di questa spesa siano i giganti dell’ecommerce (Amazon in testa) che già durante il Black Friday hanno fatto la parte del leone totalizzando dei buoni risultati di vendita, anche grazie alla durata monstre del periodo di sconti (praticamente ora il Black Friday dura metà novembre).

Questo taglierebbe fuori i piccoli commercianti e il consumo di prossimità che arriva già da periodi di sofferenza legati alla pandemia e al lockdown non ancora del tutto superati.

Il punto vero è che anche il Natale è uno specchio di un Paese, che vive un momento economico incerto che dura almeno da 15 anni e che toglie fiducia ai consumatori.

Ma la partita si gioca tutta lì, come sottolinea la Confcommercio, sulla fiducia, che è la vera prima leva efficace per ogni tipo di consumo.

E se questo Natale, oltre ai regali, ne potessimo ritrovare un po’ tutti sotto l’albero sarebbe quella sì la miglior sorpresa possibile per le feste (e non solo).

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