Economia e Lavoro
22 Luglio 2022
E' anche la seconda provincia per superfici coltivate con 6.609 ettari a pomodoro da industria. Preoccupa la siccità

Pomodoro industria 2022: Ferrara prima provincia per superfici coltivate a biologico

di Redazione | 3 min

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OI Pomodoro da Industria del Nord Italia fa il punto sulle superfici effettive coltivate a pomodoro da industria per la campagna del 2022. Si registra un calo del 4% sul 2021 ma le superfici sono superiori alla media del quinquennio. Continua a crescere inoltre il biologico. Sono quindi confermati gli obiettivi della programmazione ma resta preoccupazione per la siccità.

Ferrara è la seconda provincia per superfici coltivate con 6.609 ettari a pomodoro da industria. E’ la prima provincia invece per il pomodoro biologico con 2.484 ettari con grande distacco dalla seconda, Ravenna, che ha 636 ettari a biologico.

La campagna del pomodoro da industria 2022, dunque, ha preso il via nel Nord Italia con la raccolta e la consegna agli stabilimenti di trasformazione delle produzioni di “pomodorino” e i primi quantitativi di varietà di “tondo” precoce. Gli ettari coltivati nelle regioni del Nord Italia per l’anno in corso risultano pari a 37.024 ettari, in calo del 4% rispetto allo scorso anno, soprattutto nelle province dell’Emilia occidentale, ma superiori alla superficie media coltivata dell’ultimo quinquennio. Le superfici di pomodoro in biologico raggiungono l’11% delle superfici totali, consolidando e incrementando il trend degli ultimi anni.

Il presidente di OI Pomodoro Nord Italia, Tiberio Rabboni, dichiara: “Le ultime verifiche sulle superfici coltivate quest’anno a pomodoro nel Nord Italia, 37.024 ettari, ovvero un’estensione superiore alla media dell’ultimo quinquennio, in calo del 4% sull’anno scorso, confermano la insostituibile funzione della programmazione produttiva nel garantire certezze, reciprocità e vantaggi. Se in una situazione di grande incertezza, nonostante l’impennata sui mercati internazionali dei prezzi di acquisto di alcune produzioni agricole potenzialmente concorrenti, la quasi totalità dei produttori conferma la scelta del pomodoro significa che la filiera organizzata e la programmazione produttiva condivisa sono dei veri valori aggiunti, riconosciuti e praticati”.

“La principale preoccupazione degli operatori – continua Rabboni – è però in questo momento la siccità e la disponibilità irrigua. Il fabbisogno di acqua toccherà l’apice nei prossimi giorni, fino alla fine di agosto. I grandi invasi e le dighe territoriali hanno da tempo dichiarato una condizione di crisi. Chi può utilizzerà i pozzi. La situazione è oltremodo preoccupante. Bisogna fare tutto il possibile perché sia l’ultimo anno di impotenza di fronte alla siccità. Intanto il Pnrr e il Piano Irriguo nazionale, in collaborazione con i Consorzi di Bonifica, hanno destinato importanti risorse all’aumento della disponibilità irrigua sui territori. Non è tutto quello che serve, ma è già qualcosa”.

La suddivisione delle superfici effettive nelle province del bacino del Nord Italia vede in testa sempre Piacenza, con 9.890 ettari a pomodoro. A seguire Ferrara con 6.609 ettari; Parma con 4.000; Mantova con 3.537; Alessandria con 2.594; Cremona con 1.788; Verona con 1.112; Reggio con 1.042 e Modena con 905. Seguono le altre province con valori più contenuti.

Guardando al biologico, come anticipato, è invece Ferrara la provincia con più ettari (2.484). Seguono Ravenna con 636 ettari e Parma con 246.

La suddivisione per regione vede l’Emilia Romagna con più ettari coltivati a pomodoro (il 68% del totale), seguita da Lombardia (19%), Piemonte (8%) e Veneto (5%).

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