Cronaca
8 Luglio 2022
Otto ore di ricostruzione dei fatti avvenuti a partire dal 2009. Il dito puntato contro don Giuseppe Rugolo

Prete accusato di pedofilia, parla il ragazzo che l’ha denunciato

di Redazione | 1 min

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Di nuovo in aula il processo per le presunte mazzette alla Motorizzazione Civile di Ferrara, scoperte dalla maxi-inchiesta Ghost Inspections grazie al lavoro degli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia Stradale, dietro il coordinamento del pm Andrea Maggioni, titolare del fascicolo di indagine, che ha chiesto il rinvio a giudizio di 74 persone

Ha parlato per quasi otto ore. Fermo, deciso, senza mai cadere in contraddizione. Il grande accusatore di don Giuseppe Rugolo, il primo a parlare e denunciare quello che avrebbe subito tra i 16 e i 20 anni, è stato sentito davanti ai giudici del tribunale di Enna.

E, come affermato in sede di denuncia e come ribadito davanti agli inquirenti della procura siciliana, ha ripercorso passo dopo passo i presunti abusi sessuali subiti dal luglio 2009 al maggio 2011, cioè fino al compimento della maggiore età.

E il dito, metaforicamente, era sempre puntato verso don Giuseppe Rugolo, il giovane sacerdote arrestato circa un anno fa a Ferrara e ora sottoposto all’obbligo di dimora. Rugolo è imputato per violenze sessuali aggravate.

Gli atti di libidine e molestie sessuali sarebbero avvenuti al’interno della parrocchia, a scuola, in sagrestia, nel Grest estivo, approfittando dei dubbi della vittima circa l’incertezza di avere una vocazione religiosa attraverso una “subdola condotta di persuasione”, come scriveva il gip nell’ordinanza che portò all’arresto del sacerdote.

I fatti sono stati raccontati davanti a pm e giudice collegiale e ribaditi di fronte al controesame della difesa e degli avvocati della Parrocchia di San Giovanni e della Diocesi, citate a processo come responsabili civili.

La prossima udienza si terrà il 10 ottobre.

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