Politica
13 Maggio 2022
Archiviata l'indagine nei confronti della consigliera aperta dopo la denuncia di Naomo e Solaroli: per il gip ha esercitato il diritto di cronaca

Caso trenino, legittima la diffusione della conversazione Solaroli-Ferraresi

di Daniele Oppo | 2 min

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Anna Ferraresi ha esercitato nient’altro che il diritto di cronaca, che riguarda ogni cittadino. L’indagine sulla divulgazione degli audio dell’affaire trenino è stata archiviata dal giudice Carlo Negri.

A denunciarla furono Stefano Solaroli e Nicola Lodi – assistiti dall’avvocato Ciriaco Minichiello – che la accusavano di aver non solo fraudolentemente registrato l’ormai famigerata conversazione sull’offerta di lavoro nel trenino turistico in cambio dell’abbandono della sua carica di consigliera ‘rompiscatole’, ma di averla data in pasto alla trasmissione PiazzaPulita di La7 con l’obiettivo di procurare loro un danno di reputazione e d’immagine.

Il pm Ciro Alberto Savino aveva chiesto l’archiviazione, alla quale si era opposto il solo Lodi, sostenendo che Anna Ferraresi, in quanto non giornalista, non sia protetta dall’ombrello del diritto di cronaca.

Per il giudice, invece, “deve, tuttavia, riconoscersi che la diffusione di tale conversazione abbia costituito ‘nei fatti’ (e con ogni probabilità nelle intenzioni), e senza dubbio alcuno, manifestazione dell’esercizio del diritto di cronaca che, per consolidato orientamento interpretativo, non costituisce esclusivo appannaggio degli esercenti la professione di giornalisti ma diritto di ogni cittadino”. Un orientamento rimarcato anche dalla difesa di Ferraresi: gli avvocati Fabio Anselmo e Bernardo Gentile.

La conversazione, rileva il giudice, “è intervenuta tra due soggetti che rivestivano, al tempo, una carica pubblica: entrambi consiglieri comunali in carica”; “è avvenuta in una sede istituzionale: all’interno di una sala della Casa comunale, in attesa dell’inizio dei lavori di una commissione”; “ha avuto un oggetto di interesse pubblico: la sussistenza – quanto meno nella interpretazione della indagata suffragata da elementi concreti – di rilevanti tensioni all’interno del gruppo consiliare di appartenenza e la possibile ‘soluzione’ alle stessa mediante la uscita della Ferraresi dal gruppo e dal Consiglio comunale previa accettazione di un impiego”; “è stata ‘diffusa’ (dall’indagata) rispettando i canoni della continenza e della verità: trattandosi di riproposizione dell’esatto contenuto della conversazione”.

E dunque è esclusa la punibilità di Anna Ferraresi, per cui il procedimento va archiviato.

“L’ho divulgata affinché tutti sapessero – commenta la consigliera -. Avevo il diritto di farlo? La Procura ha ritenuto di si. Ma, mentre Solaroli si è arreso Naomo Lodi, imperterrito, ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione. Ha gonfiato i muscoli come è suo stile. Il giudice ha ritenuto assolutamente legittimo il mio comportamento e sussistente l’interesse pubblico alla diffusione di quanto accaduto. Sono stata archiviata. Ho avuto ragione ancora una volta. È meglio che il vicesindaco faccia un po’ più di palestra. Credo infatti che nei prossimi mesi si allenerà di più nelle aule del Tribunale”.

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