Terre del Reno
2 Gennaio 2022
L'associazione ambientalista ha incaricato l'avvocato Zanforlini: "Una Waterloo per l'ambiente chiamata manutenzione"

Alberi tagliati lungo il Cavo Napoleonico, Animal Liberation diffida e mette in mora la Regione

di Redazione | 3 min

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Oltre duecento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Dopo gli appelli, le segnalazioni, le interrogazioni e le proteste giunte da varie parti contro il taglio degli alberi lungo il Cavo Napoleonico, ora arriva la diffida e la messa in mora al presidente della Regione Emilia-Romagna da parte dell’associazione Animal Liberation.

L’associazione si riferisce in particolare alla zona del Cavo Napoleonico, ma in generale punta l’indice contro gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete odrografica, per i quali la stessa Regione ha stanziato quasi 40 milioni di euro.

Animal Liberation, oltre alla difesa degli animali, ha tra le finalità sociali anche la difesa degli alberi e degli altri esseri vegetali, nonché degli equilibri ambientali, così, su sollecitazione di vari cittadini residenti nelle zone interessate dagli interventi in particolare residenti in prossimità del Cavo Napoleonico, ha incaricato il proprio avvocato di fiducia David Zanforlini del Foro di Ferrara di presentare formale diffida e messa in mora alla Regione Emilia Romagna al fine di “avere contezza della valutazione preventiva dell’evidente rischio idrogeologico che i lavori così come ora effettuati provocano alle arginature esistenti e per richiedere anche il tipo di intervento risolutivo che la Regione ritiene di effettuare per evitare di porre in pericolo la popolazione frontista e delle zone interessate dal passaggio del Cavo Napoleonico”. “Qualora poi tale rischio non sia stato preventivamente valutato e risolto”, Animal Liberation chiede di “sospendere immediatamente ogni attività in corso, nell’attesa della risoluzione dell’evidente situazione di pericolo causato alla popolazione residente”.

Tale situazione di pericolo sarebbe prospettata nel parere rilasciato da un geologo ricercatore del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, interpellato in merito alle modalità di esecuzione di detti lavori, dopo essersi recato sul posto e aver esaminato in modo approfondito la situazione, ha rilasciato un parere tecnico corredato da foto dal quale emerge che “l’intervento di rimozione della vegetazione sull’argine del Cavo Napoleonico pone in essere pericoli per la stabilità per l’opera che in precedenza non esistevano. Infatti la decomposizione dei fitti e profondi apparati radicali degli alberi rimossi porterà alla formazione di un network di cavità anche di dimensioni superiori a 30 cm di diametro. Esse, in caso di riempimento dell’invaso fino alla sua capacità massima, potrebbero provocare cedimenti dell’argine con gravi conseguenze sui territori circostanti e i loro abitanti”.

Oltre la diffida Animal Liberation evidenzia che la distruzione totale della vegetazione degli argini sottrae l’habitat a tante specie di uccelli, piccoli mammiferi, anfibi, rettili, molluschi, insetti e tante altre forme viventi con grave danno alla biodiversità, e sottolinea che le macchine impiegate procedendo “sopprimono direttamente e crudelmente tutti questi esseri viventi che non fanno in tempo a fuggire”. “Infine – aggiunge l’associazione – sorge il sospetto che delle cavità che si formeranno negli argini come prospettato dalla dottoressa Faccini verrà attribuita la colpa alle nutrie, alle volpi, ai tassi e ad altri animali quali capri espiatori, dando poi luogo a ulteriori stanziamenti volti al loro massacro”.

“Dietro a tutto ciò – concludono da Animal Liberation – fanno capolino anche le inquietanti centrali a biomasse che da una parte rendono molti soldi alle ditte che conferiscono legnami e altri materiali vegetali inducendo ad abbattere e asportare in modo indiscriminato tutte le piante delle zone in cui operano e dall’altra sono forti generatrici di inquinamento di CO2 e particolato corresponsabili del riscaldamento globale e incompatibili con la transizione ecologica”.

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