Attualità
23 Ottobre 2021
Un ragazzo su due e una ragazza su tre provano un forte senso di disagio nei confronti del proprio corpo

Gli adolescenti e i social network: un rapporto complicato

di Redazione | 3 min

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L’utilizzo e la diffusione dei social network sono diventati un fenomeno globale e hanno rivoluzionato la nostra quotidianità.

Stanno cambiando il modo di concepire la propria immagine, il proprio corpo (con cui sempre più spesso siamo in conflitto) e le relazioni, che diventano sempre più mediate e filtrate da dispositivi digitali. I giovani, ma non solo, trascorrono gran parte della giornata su queste piattaforme.

La ricerca ossessiva della perfezione estetica così esasperata dai social ha in realtà radici più lontane e comincia proprio dalla televisione. “A partire dagli anni ‘80 la tv ha smesso di essere contenutistica per essere sempre più edonistica, creatrice di canoni estetici”, dice Gianni Fantoni presidente del consorzio Factory Grisù in cui si è svolto l’incontro “I giovani sui social tra legalità e responsabilità” organizzato in occasione della 12a edizione della festa della Legalità.

A illustrare il tema e a fornire ‘piccole pillole’ per contrastare questa tendenza, assieme al presidente del consorzio sono intervenuti il vicesindaco Nicola Naomo Lodi, l’assessore alle Politiche Giovanili Micol Guerrini, la responsabile dell’U.O. Nuove Generazioni Sabrina Tassinari, Rita Bertoncini del Cna di Ferrara, Mario Zappaterra dell’Area Giovani del Comune, Nicola Minelli dell’associazione Oltre le Mura e Cristiano Romani della cooperativa Il Piccolo Principe.

“L’adolescenza – spiega Sabrina Tassinari – è una fase assolutamente normale della crescita, ma è una fase in cui avvengono cambiamenti repentini, non solo per quanto riguarda il corpo, ma anche dal punto di vista caratteriale, emozionale e degli interessi. I giovani sono cambiati e stanno cambiando, ma è anche vero che è cambiata tutta la società. In particolare si sono verificate mutazioni radicali negli ambiti di vita degli adolescenti”.

Viviamo in una società fortemente estetizzata con una continua ricerca di perfezione e giovinezza. I canoni trasmessi dai media sono canoni estremamente narcisistici e con un forte accento sul corpo e sull’apparenza. In questo contesto i giovani faticano a costruirsi un’identità propria, stabile e svincolata dalle immagini di corpi perfetti che quotidianamente gli si presentano davanti. La conseguenza è una continua sensazione di disagio nei giovani nel non sentirsi all’altezza, nel non rispecchiare quel tipo di bellezza imposto.“Una ricerca dell’Osservatorio Giovani – continua Tassinari – mostra come un adolescente maschio su due e un’adolescente femmina su tre abbiano una paura morbosa dell’aumento di peso con un controllo compulsivo del corpo e un forte senso di disagio nei confronti di questo”.

Quella che viene a mancare è proprio un’educazione digitale. È necessario instaurare un dialogo con i ragazzi, educarli e istruirli sulle nuove tecnologie. “Noi siamo molto vicini ai giovani – dice Nicola Minelli -. Il progetto ‘Ragazzi Digitali’, nato 10 anni fa per sensibilizzare i ragazzi sui rischi e i pericoli che può comportare l’uso della rete, parte dal concetto che sia sbagliato considerare le nuove generazioni come ‘native digitali’. È un approccio sbagliato. Avere abilità tecniche non vuol dire avere consapevolezza dello strumento che si sta usando. Non si nasce con le istruzioni per l’uso”.

Le conseguenze e i pericoli delle nuove tecnologie sono a volte esasperati. Se utilizzate in maniera opportuna e consapevole possono essere creativi e validi strumenti di lavoro. Proibire ai ragazzi l’uso del cellulare potrebbe avere risultati esattamente opposti a ciò che si sperava. “Bisogna instaurare nei ragazzi un senso del limite – prosegue Minelli -, definire un confine fra ciò che opportuno e ciò che non è opportuno fare, tra zona di rischio e zona di confort”.

“Esistono comunque molti strumenti e applicazioni – sottolinea Fantoni – a disposizione dei genitori che consentono di controllare o di limitare i contenuti scaricati o consultati dai ragazzi”. “I ragazzi sono creativi, energici – conclude Cristiano Romani -. Dobbiamo essere vicini ai giovani e instaurare un dialogo con loro”.

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