È stata archiviata la posizione di Luca Caprini, consigliere comunale della Lega, finito nello scorso settembre sotto indagine per propaganda dell’odio razziale per un improvvido ‘like’ su Facebook a un post che inneggiava a Hilter e ai forni crematori dopo la contestata esibizione del cantante Sergio Sylvestre nell’intonare l’inno nazionale prima della finale di Coppa Italia 2020.
L’archiviazione decisa dal gip Danilo Russo era stata chiesta dallo stesso pm Andrea Maggioni che aveva fatto sequestrare i dispositivi informatici di Caprini, il quale ha sempre giustificato quel ‘like’ come un “errore materiale, imperdonabile” e si è fatto interrogare per chiare la sua posizione, evidentemente convincendo gli inquirenti della sua totale buona fede.
“Quel post infelice è quanto di più lontano dal mio cliente”, commenta il difensore di Capirni, l’avvocato Gianni Ricciuti, “questa indagine fuga ogni dubbio, qualcosa sarebbe emerso dalla consulenza informatica se davvero non fosse stato un mero errore di distrazione. Ora anche i detrattori si potranno ricredere”.l’
Sorte diversa di quella di Caprini spetta invece a Marco Faccini, imprenditore autore del post – “Ma quei signore coi baffi che adoperava i forni non c’è più?” – al quale invece è stato notificato il 415bis, l’avviso di conclusione delle indagini. Faccini è difeso dall’avvocata Irene Costantino.
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