
Fabbri con Salvini durante una manifestazione contro l’inceneritore nel 2014
Dopo aver nascosto tutto sotto il tappeto per mesi, dopo aver detto di avere le mani legate, dopo aver rimbalzato le responsabilità alle giunte precedenti, ora il Comune si sveglia e promette che farà di tutto per impedire l’aumento di rifiuti da bruciare nell’inceneritore di via Canal Bianco.
La mobilitazione ambientalista ha funzionato. Il sindaco Alan Fabbri annuncia che “presenteremo ricorso contro il via libera all’aumento di rifiuti da termovalorizzare nell’impianto di Cassana”. E per farlo “interessando direttamente il Ministero dell’Ambiente e il Consiglio di Stato per un giudizio competente e definitivo su una materia tanto delicata”.
Fabbri passa la palla a Roma, e a Ferrara se la prende con il Pd, che “può quindi mettere fine alla patetica scenetta di questi giorni: tutti sanno come stanno realmente le cose in Emilia Romagna, in materia di ambiente e di inceneritori. A gestire la partita rifiuti e a rispondere positivamente a qualsiasi sollecitazione arrivi da parte di Hera sono, da sempre, organi regionali legati a doppia mandata politica al Pd e alle amministrazioni di sinistra”.
Fabbri dimentica che nel cda di Hera siede una persona da lui indicata, Manuela Rescazzi, e continua: “Arpae e la Conferenza dei servizi hanno dato il loro assenso all’aumento di 12mila tonnellate da far arrivare in città, ignorando il parere negativo espresso dalla giunta del Comune di Ferrara e noi abbiamo deciso di rimettere la questione in mano ad una parte terza. Questo perchè vogliamo ottenere risposte certe e togliere a chiunque la possibilità di strumentalizzare una questione che attiene, invece, esclusivamente alla buona amministrazione e alla salute dei cittadini”.
In termini tecnici, il Comune si appresta a presentare ricorso straordinario al Capo dello Stato (Legge n. 69 del 2009 art. 69) contro il parere positivo della Conferenza dei Servizi che vedrà la pratica istruita dal ministero competente (in questo caso il Ministero dell’Ambiente) e l’intervento diretto del Consiglio di Stato chiamato a rendere un parere vincolante per la definizione del percorso.
E dopo quattro giorni di silenzio tombale, ora Fabbri è un fiume in piena: “E’ patetico da parte di senatori del Pd e consiglieri regionali, come Marcella Zappaterra, mettere in scena un teatrino per cui si finge di non sapere che da sempre, in particolare nella nostra regione, a tutelare gli interessi, sia pur legittimi, delle multiutility, sono strutture realizzate da amministratori di sinistra che, da oltre 50 anni, stanno al potere e che hanno tolto, progressivamente e consapevolmente, ai sindaci la possibilità di decidere sui propri territori”.
E ancora: “Basta pensare al Piano regionale dei rifiuti che ha sostituito quello provinciale allontanando il centro decisionale dalle reali esigenze di smaltimento dei rifiuti delle singole aree in favore di una gestione più libera, o basta pensare all’Arpae, l’agenzia creata a tutela del territorio che è emanazione della Regione e della sua connotazione politica”.
“Ancora basta pensare alle deroghe all’arrivo dei rifiuti da fuori regione – continua il sindaco a valanga -, contro cui come consigliere regionale della Lega mi sono sempre battuto, e che invece ha ottenuto il via libera proprio da questo sistema decisionale, per non parlare della partita dei rifiuti speciali per i quali possono essere previsti oneri di compensazione ambientale a cui il Pd, che ha amministrato Ferrara per 70 anni, ha sempre rinunciato”.
Infine entra nel merito: “ora, grazie al ricorso che andremo a presentare, nel rispetto di tutte le parti e di tutte le norme, compreso lo ‘Sblocca Italia’ che garantisce ai gestori la possibilità di utilizzare i propri impianti nella massima portata energetica possibile, avremo chiarezza sulla questione e garanzie ulteriori anche dal punto di vista ambientale”.
Sulla vicenda interviene anche l’assessore all’Ambiente Alessandro Balboni, che non ha più le mani legate: “Abbiamo deciso di ricorrere al Capo dello Stato con Ricorso straordinario, che prevede il parere vincolante del Consiglio di Stato, sia a causa della natura del quesito che per motivi di opportunità”.
Anche per l’assessore le polemiche di questi giorni sono state “sollevate ad arte dagli stessi personaggi che hanno creato e che sostengono il sistema politico che si occupa della questione termovalorizzatori nel nostro territorio”.
E per questo “è quanto mai opportuno optare per una sede di giudizio che non possa in nessun modo essere messa sotto pressione”.
In secondo luogo il ricorso straordinario “darà ai ferraresi l’opportunità di poter contare su un’analisi della vicenda ampia e non inerente al punto di vista strettamente giuridico. La situazione del termovalorizzatore, del suo utilizzo e delle ricadute ambientali saranno valutati in modo più approfondito e avremo in questo modo garanzia di una risposta più completa”.
E conclude ammiccante: “Siamo certi che le associazioni ambientaliste della città che, giustamente, in questi giorni si stanno organizzando per manifestare la loro posizione, sosterranno il Comune di Ferrara in questa battaglia, fatta in nome delle garanzie di tutela dell’ambiente che, soprattutto in un’epoca come questa, davanti alle sfide della transizione ecologica, dobbiamo portare avanti con unità”.
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