Politica
15 Maggio 2021
Nonostante. grazie alla differenziata, il fabbisogno sia sceso a 50mila ton, Hera ne potrà conferire fino a 142mila

Inceneritore, via libera per bruciare il massimo possibile

di Redazione | 5 min

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Salvini e Fabbri protestano contro l'inceneritore nel 2014

Salvini e Fabbri protestano contro l’inceneritore nel 2014

L’inceneritore di Via Diana potrà bruciare una quantità di rifiuti come non si era mai vista. Questo grazie al placet uscito dall’ultima conferenza dei servizi alla quale erano presenti Herambiente, Comune e Provincia di Ferrara.

La decisione presa a quel tavolo risale a marzo, ma il fatto era rimasto segreto fino ad oggi. A svelarlo è una mozione del Partito democratico a firma Caterina Ferri e Francesco Colaiacovo che chiedono al sindaco di Ferrara Alan Fabbri di tornare sui suoi passi.

Fino ad oggi il limite stabilito era di 130mila tonnellate l’anno, una capacità massima (inferiore alle 142mila autorizzate dal ministero) stabilita da un accordo sottoscritto nel 2003 da Circoscrizione Nord-Ovest, Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara e l’allora Agea e rinnovato in seguito nel 2013.

Ma da allora sono stati fatti passi in avanti con la raccolta rifiuti, tanto che il comune di Ferrara, grazie all’introduzione del contestatissimo sistema delle calotte, vanta oggi uno dei gradini del podio come comune più virtuoso d’Italia, con la differenziata che ha raggiunto quota 88% a fine 2020.

Questo ha permesso una corrispondente riduzione della produzione di rifiuti indifferenziati da avviare a smaltimento: da 41mila tonnellate del 2016 a circa 15mila tonnellate del 2018. Se consideriamo invece i valori dell’intera provincia – tenendo buono il Report Rifiuti 2020 di Arpae – siamo a quota 50.187 tonnellate, la quantità più bassa della regione.

Da qui la domanda: se il fabbisogno è sceso a poco più di 50mila, ben al di sotto delle 130mila ordinarie, perché permettere di incrementare ulteriormente la possibilità di incenerire sotto il cielo di Ferrara?

Solo nel 2016 l’impianto di Ferrara aveva incrementato la propria attività, a causa dell’emergenza sanitaria in corso in Puglia. Ma si trattava di un periodo limitato di tempo, trascorso il quale si è rientrati subito nei limiti stabiliti in precedenza.

Tra l’altro alla notizia che in via Diana si sarebbero bruciati rifiuti di altre regioni la Lega organizzò una manifestazione di protesta insieme a Salvini davanti al termovalorizzatore e l’allora consigliere regionale Alan Fabbri tuonò: “diciamo no a questa vergogna!”.

Eppure poche settimane fa, fanno sapere Ferri e Colaiacovo, “in sede di Conferenza dei servizi, su richiesta di Herambiente, si è stabilito di aumentare fino alla massima capacità autorizzata di 142.000 t/anno l’utilizzo del termovalorizzatore di Ferrara, superando l’accordo volontario che stabiliva il limite massimo in 130.000 t/anno”. E a quella conferenza era presente il Comune di Ferrara.

“Non comprendiamo le ragioni – affermano i due consiglieri dem – per le quali il Comune di Ferrara abbia acconsentito alla richiesta di Herambiente, pur in un quadro di riduzione di rifiuti indifferenziati prodotti dal territorio”.

In attesa della voce del sindaco e dei motivi del perché nessuno ha informato i cittadini, è l’assessore all’ambiente Alessandro Balboni a rispondere, parlando di “tentativi di speculazione politica sul tema”.

“La giunta comunale si è espressa negativamente tramite un orientamento di giunta regolarmente approvato il giorno stesso cui si è svolta la Conferenza dei servizi che doveva decidere sulla questione” afferma Balboni, che cerca di addolcire la pillola dicendo che “è stata la Conferenza dei Servizi a dare il nulla osta alla messa a regime, basando il proprio giudizio sulla valutazione tecnica degli studi elaborati da Hera, relativi alla minor produzione di materiale di scarto da parte di un impianto a regime rispetto a quelli prodotti da un impianto sottodimensionato nell’attività”.

Il sit-in della Lega del luglio 2016

La richiesta di Hera di aumentare la quantità di rifiuti da incenerire – fa sapere oggi l’assessore – risale al 30 ottobre 2020. L’istanza per la modifica dell’Aia faceva leva sull’ art. 35 della legge Sblocca Italia, che al comma 3 stabilisce: “Tutti gli impianti di recupero energetico da rifiuti sia esistenti sia da realizzare sono autorizzati a saturazione del carico termico, qualora sia stata valutata positivamente la compatibilità ambientale dell’impianto in tale assetto operativo”.

E dal momento che nel 2002 la Valutazione di Impatto Ambientale aveva stabilito la compatibilità ambientale per il trattamento complessivo di 142.000 t/anno di rifiuti, “Herambiente – ricostruisce Balboni – ha chiesto un aggiornamento dell’Aia in linea con questo valore”.

In sostanza, quello che Hera non era riuscita a fare prima, riesce a farlo adesso. Anche perché il parere contrario della giunta “non è stato ritenuto vincolante da Arpae”.

“La documentazione tecnica allegata da Hera – prosegue l’assessore – è stata ritenuta convincente dai tecnici seduti al tavolo, in quanto parte dal presupposto che un utilizzo a regime ridotto dell’impianto ferrarese, a 130mila tonnellate rispetto al progetto di realizzazione, che ne prevedeva 142mila, era causa di una forte inefficienza, dovuta alla accensione e spegnimento dell’impianto stesso”.

E, continua sempre Balboni, secondo i tecnici della multiutility “l’utilizzo dell’impianto a regime avrebbe comportato la riduzione del 10% degli inquinanti emessi, passando da 500kg a 450kg all’anno. Oltre a ciò, la Conferenza dei Servizi ha prescritto e ottenuto l’aumento delle strumentazioni di controllo della qualità dell’aria, aumentandole rispetto alla dotazione attuale”.

Dichiarazioni tardive che non convincono Caterina Ferri: “mi chiedo come mai tenere il tutto nascosto ai ferraresi, loro che comunicano anche la sostituzione di una lampadina”. La consigliera ricorda le parole di qualche anno fa di chi ora siede in maggioranza e si chiede come mai “Lega e centrodestra non abbiamo chiesto una mobilitazione cittadina contro Hera per fermare la decisione unilaterale. La semplice verità è che speravano che la cosa passasse inosservata”.

Sul punto si esprime anche Hera con una nota: “in merito alla messa a regime del termovalorizzatore, a riprova della regolarità della procedura l’azienda precisa che l’incremento delle quantità di rifiuti trattabili nel Wte di Ferrara è dipeso dall’esito positivo del riesame dell’Aia a cui l’impianto è stato sottoposto, nonché della presenza, nello stesso, delle migliori tecnologie disponibili”.

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