di Davide Soattin
Diego Armando Maradona non c’è più. Il fantasista argentino infatti, nel primo pomeriggio di mercoledì, si è spento nella sua casa di Tigre a soli 60 anni, in seguito ad un arresto cardiocircolatorio che non gli ha lasciato scampo.
A darne la triste notizia è stato il quotidiano sudamericano Clarin, che ha annunciato anche i tre giorni di lutto nazionale in Argentina per poter rendere omaggio a uno dei mostri sacri della storia del calcio, scomparso lo stesso giorno in cui se ne sono andati anche Fidel Castro – i due erano come padre e figlio – e George Best, altro genio e sregolatezza col pallone tra i piedi.
Tra i primi del mondo Spal a piangere la scomparsa del Pibe de Oro non poteva che essere Lucas Castro, legato in maniera viscerale alla figura de El Diez sia come argentino, ma anche – e soprattutto – come allievo, che in lui vedeva una grande fonte di ispirazione, al punto da dedicargli una canzone per il suo ultimo compleanno lo scorso 30 ottobre.
Sfondo nero con faccina triste nell’ultimo saluto via Instagram del Pata al suo indimenticato idolo, seguito a ruota anche da quelli dei compagni di squadra Enrico Brignola e Sebastiano Esposito, con il primo che ha paragonato Diego Armando Maradona alla “storia del calcio” e il secondo che invece lo ha voluto ricordare come “simbolo del mio popolo”, mentre “Ciao Diego” è stato il pensiero della Spal, a cui si è unito anche quello di Francesco Vicari.
Un messaggio di cordoglio è arrivato poi anche dal Kleb Basket Ferrara, oltre che dal sindaco Alan Fabbri, che ha ricordato così il fantasista della Selección: “Oggi è una delle giornate più tristi di sempre per il mondo del calcio. È venuto a mancare colui che è considerato da molti il più grande di tutti. Come alcuni ricorderanno illuminò il cielo della nostra città nella gara di Coppa Italia del 26 agosto 1986, stesso anno in cui il Napoli vinse poi lo scudetto. Addio Diego Armando Maradona. Ferrara ti ricorderà sempre per le forti emozioni che ci hai regalato”.
In quell’estate infatti, da poco laureatosi campione del mondo con la maglia dell’Albiceleste nel mondiale di Messico 1986, che lo vide assoluto protagonista anche per il controverso episodio della Mano de Dios ai danni dell’Inghilterra, il talento sudamericano calcò il terreno del Paolo Mazza contro la Spal allenata da Ferruccio Mazzola con il suo Napoli, segnando e battendo per 0 a 2 i biancazzurri davanti al pubblico spallino che, al di là della sconfitta, potè comunque assistere dal vivo all’estro e alla fantasia delle giocate dell’Aquilone cosmico.
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