Politica
18 Luglio 2020
Il giudice condanna il Comune anche a pagare 40mila euro. Cgil, Cisl e Uil: “Il Comune cambi rotta anche sugli alloggi Erp”

Buoni spesa. Il tribunale: “Delibera illogica, illegittima e discriminatoria”

di Redazione | 3 min

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Di nuovo in aula il processo per le presunte mazzette alla Motorizzazione Civile di Ferrara, scoperte dalla maxi-inchiesta Ghost Inspections grazie al lavoro degli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia Stradale, dietro il coordinamento del pm Andrea Maggioni, titolare del fascicolo di indagine, che ha chiesto il rinvio a giudizio di 74 persone

“La illogicità del provvedimento comunale e quindi la sua illegittimità per violazione della normativa è ontologica” e integra “una disparità di trattamento fondata sulla nazionalità che è un fattore discriminante”.

Il giudice Mauro Martinelli ha sciolto la riserva dopo l’udienza dell’8 luglio e, nelle 42 pagine di motivazioni, conferma le due sentenze precedenti: la delibera è discriminatoria, non basandosi sui soli requisiti relativi alla condizione di disagio economico e alla domiciliazione nel territorio comunale, pertanto il tribunale ha ordinato al sindaco Alan Fabbri ordina al Comune di Ferrara, di “riformulare i criteri e le modalità di assegnazione, consentendo la presentazione di nuove domande”.

Il tribunale ha anche condannato il Comune di Ferrara a versare oltre 40mila euro agli stranieri che hanno fatto ricorso. La giunta di Alan Fabbri infatti si era imputata nel fare reclamo contro il primo provvedimento del giudice. Condanna al pagamento delle spese processuali anche per l’Associazione Culturale Umanità (oltre 9mila) e Cgil, Cisl e Uil (oltre 9mila euro) a favore del Comune.

“Una pronuncia attesa – commentano Francesca Battista della Cgil, Bruna Barberis della Cisl e Massimo Zanirato della Uil Ferrara -, vista la palese discriminazione, con ogni probabilità anche dalla stessa amministrazione, che pare non aver ancora speso circa 20.000 euro dei fondi stanziati dal Dipartimento Protezione Civile, operazione non condivisibile sotto molteplici punti di vista”.

I sindacati fanno presente che “discriminare non è una scelta politica, come invece ha provato a dire l’assessora Coletti intervistata da Report: discriminare significa violare le leggi e soprattutto il principio di uguaglianza su cui si fonda il nostro ordinamento democratico. Significa venire meno al proprio dovere istituzionale: chi amministra ha il dovere costituzionale di agire per rimuovere le disuguaglianze nell’interesse di tutti, non di vivere il proprio ruolo come esercizio del potere per decidere a proprio piacimento chi abbandonare a se stesso e chi no”.

A questo punto. visto l’epilogo di questa vicenda, che ha visto le parti in causa costrette a ricorrere alle vie legali, i sindacati si augurano “un cambiamento di rotta nelle politiche sociali del Comune di Ferrara, necessario oggi più che mai”.

Tuttavia. “quanto l’amministrazione sta facendo in tema di alloggi Erp ci dice purtroppo il contrario: dietro il solito stravolgimento della realtà e del significato delle parole, siamo ancora una volta di fronte a politiche che lasceranno soli molti cittadini fragili, creando un danno per tutti. Questo è quello che determinerà la miope rincorsa a slogan vuoti come “prima i ferraresi”, di cui saranno vittime gli stessi ferraresi, su cui ricadranno danni e storture delle nuove regole”.

“Come abbiamo già denunciato infatti, con il nuovo Regolamento il diritto alla casa – concludono Battista, Barberis e Zanirato – rischierà di non essere legato al bisogno, venendo potenzialmente sovrastato da altri fattori (punteggio illimitato per la residenza storica, a scapito della situazione familiare ed economica, differente trattamento rispetto all’impossidenza…) che determinano l’esclusione di soggetti e famiglie con maggiori difficoltà, contro ogni basilare criterio di equità e uguaglianza. Come accaduto sui buoni spesa. I diritti non possono essere sacrificati sull’altare della demagogia”.

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