Politica
23 Gennaio 2020
Il sindaco di Jolanda ribadisce di aver subito pressioni dopo candidatura di Trombin con la Lega e dice di aver registrato anche il primo cittadino di Terre del Reno

Jolanda-gate. Pezzolato rivela stralci della conversazione con Bonaccini

di Daniele Oppo | 5 min

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Jolanda di Savoia. “Io ieri sera ho parlato con Elisa…dalla telefonata non mi ha detto che si candida con la civica della Borgonzoni…se la scelta è quella è chiaro che poi succede qualcosa nei rapporti con voi…te lo volevo dire perché se è così se per caso vinco io come è probabile dopo però non mi cercate più…io non ho detto che deve candidarsi con me…diceva di no punto…sto dicendo che se me la ritrovo candidata di là…io il punto è parlane con lei e dille che ti ho chiamato…la cosa che dico solo è che dal candidarsi con me al trovarmela di là…. chiaro che dopo allora c’è un giudizio”.

Sono le parole che, secondo quanto scrive su Facebook il sindaco di Jolanda di Savoia, Stefano Bonaccini gli avrebbe detto nella telefonata ricevuta (e registrata) alle 9.44 del 20 dicembre scorso, allegata all’esposto da lui presentato alla Procura di Bologna affinché indaghi sulle presunte pressioni subite dal Comune per il tramite di sindaci amici al candidato governatore del centro sinistra.

“Da uomo, da Sindaco e a tutela dei miei cittadini, non posso permettere che escano informazioni come quelle che ho letto fra ieri ed oggi sulla stampa; sicché, in attesa che la Magistratura, alla quale mi sono doverosamente rivolto a tutela dei miei cittadini, si attivi come le compete e come le ho suggerito di fare, non posso non puntualizzare alcune circostanze”, scrive il primo cittadino.

Pur avendogli “ribadito più volte che non c’entravo nulla in quella discussione politica legata alla scelta della Trombin”, Pezzolato afferma che “è risultato chiaro il senso di quella telefonata, tendente a farmi convincere Elisa a non candidarsi con nessuno se non volevo avere ritorsioni come Sindaco di un piccolo Comune di tremila abitanti (come il Governatore lo ha definito recentemente) di certo bisognoso di supporto dalla Regione”.

Non succede, la Trombin ufficializza la candidatura con la lista civica a sostegno della Lega “e a quel punto mi vedo in poco tempo sottrarre in maniera anomala risorse di personale importantissime per il mio Comune che mi erano state appena concesse”.

Pezzolato allora – questo è quanto racconta – chiama il sindaco di Riva del Po “nonché presidente dell’Unione Terre e Fiumi” Andrea Zamboni – lo stesso che mercoledì gli aveva risposto in maniera piuttosto dura insieme al sindaco di Comacchio Marco Fabbri –  “e gli chiedo spiegazioni per avermi tolto due persone autorizzate 10 giorni prima”.

Il sindaco di Jolanda rivela di aver registrato anche questa telefonata “in ragione di quella sensazione che avevo tratto dalla telefonate di Bonaccini” e poi  riporta alcuni passaggi: “in campagna elettorale purtroppo la situazione è questa…  – gli avrebbe detto Zamboni -. Paolo io ti ho dato dei messaggi deve passare la campagna elettorale… io capisco la tua situazione ma tu capisci anche la mia che avevo il coltello puntato nella schiena… la rimandiamo di due settimane poi andrà come andrà… saranno 15 giorni di inferno… quando fai discorsi di carattere politico essendo tesserato di un partito bisogna anche di… ho il fiato puntato sul collo di chi diciamo governa più in alto… siccome io non devo fare carriera a me non me ne frega niente…ma un po’ di disciplina la vuol”.

Del sindaco di Riva del Po ci sarebbe anche un’altra registrazione “nella quale riferivo apertamente a Zamboni che avevo capito trattarsi di ritorsioni comandate da Bonaccini e lo invitavo a chiamarlo e farmi contattare per farlo ragionare, questi mi diceva – riporta Pezzolato – “te l’ho già detto, devono passare questi 15 giorni…vedrò se riesco a muovere in quel senso lì…dico che provo, sicuramente, certo””.

Alla fine arriva l’esortazione-sfida del primo cittadino Jolandino: “Se poi i due interlocutori di cui sto riferendo avessero la lealtà e la trasparenza di dare assenso a rendere pubbliche quelle conversazioni, messe a disposizione della Magistratura, io sono pronto e non ho remore di sorta, nell’interesse unico della legalità, oltre che dell’imparzialità e del buon andamento della Pubblica Amministrazione”.

Le reazioni politiche. Per Lucia Borgonzoni, l’avversaria di Bonaccini per la carica di presidente della Regione, “la vicenda di Jolanda di Savoia è gravissima. Per ora i dati certi sono la denuncia del sindaco, che parla di ritorsioni di Bonaccini, e lo stesso Bonaccini che prima dell’esposto smentisce e poi non vuol dare l’autorizzazione a diffondere l’audio.  Per fugare ogni dubbio, il mio avversario del Pd dia l’autorizzazione per diffondere la registrazione della telefonata. Di che cosa ha paura?”.

Per il senatore di Fdi Alberto Balboni “se la denuncia del sindaco fosse fondata, come tutto lascia credere, saremmo di fronte ad un fatto gravissimo e senza precedenti. Un Governatore che minaccia il sindaco di un piccolo comune di troncare ogni rapporto futuro solo perché il vice sindaco dello stesso comune sostiene il candidato avversario non si era mai visto prima. Bonaccini abbia almeno il coraggio di autorizzare subito il sindaco alla pubblicazione dell’audio – conclude -. Se non lo facesse, sarebbe purtroppo la conferma che ha qualcosa di cui vergognarsi e che quindi il sindaco di Jolanda dice la verità. Sarebbe una vergogna ben peggiore di ammettere di aver sbagliato e di chiedere umilmente scusa”.

Gli fa eco il collega di partito e candidato alle regionali Galeazzo Bignami: “Il testo della telefonata trascritto dal sindaco di Jolanda di Savoia sul suo profilo Facebook, in cui si riferisce il colloquio intercorso tra lui e il presidente Bonaccini, è a dir poco inquietante – afferma -. Ne emerge un uso politico e distorto delle istituzioni finalizzato a intimorire chi non si allinea a un orientamento politico punendo non solo e non tanto la scelta, libera e democratica, di qualsiasi cittadino di sostenere questa o quella parte, ma soprattutto una comunità locale, a prescindere dal colore politico, quando invece le istituzioni, a partire dalla Regione, sono di tutti e sono al servizio di tutti. Ci auguriamo vivamente che quanto trascritto non sia vero”.

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