Stefania Gennari
di Giuseppe Malatesta
Codigoro. È sempre vivo e pressante il dolore dei famigliari di Stefania Gennari, la 43enne investita da un Tir in pieno centro abitato a Codigoro.
Il 31 agosto del 2017 si consumava una tragedia che colpì particolarmente la comunità codigorese, una tragedia che rivive nelle aule del tribunale di Ferrara dove prosegue il processo per omicidio stradale ai danni del conducente dell’autoarticolato.
“Non assisteremo alle udienze – racconta Antonio, padre di Stefania -, ma continuiamo da quel maledetto giorno a cercare giustizia per mia figlia, vittima di una grave disattenzione dimostrata dall’autista: su questo siamo tutti concordi, i nostri periti di parte come il consulente tecnico della Procura di Ferrara”. Ciò anche a fronte delle risultanze delle indagini ripartite nell’ottobre 2018 per volere del Gup.
Quell’incrocio tra via Roma e via Pambianco Stefania lo attraversava quotidianamente per raggiungere il supermercato in cui lavorava come addetta alle vendite. “Quel giorno – ricorda il padre – si trovò impossibilitata ad attraversarlo sul passaggio pedonale su cui si era fermato, in sosta al semaforo, il tir in questione”.
Proprio a causa di un’anomalia dell’impianto semaforico, che consentiva la contemporanea circolazione di pedoni e veicoli, Stefania fu costretta ad arrestarsi al centro della carreggiata per dare la precedenza alle auto provenienti dalla sua destra. “Pochi istanti dopo, scattato il verde, il mezzo pesante ripartì con una forte accelerazione senza accorgersi di Stefania, ferma in attesa di terminare l’attraversamento”.
A partire dal mese successivo quello stesso semaforo fu riprogrammato per riservare ai pedoni il transito esclusivo e sicuro. “Troppo tardi per salvare Stefania, che secondo gli accertamenti degli inquirenti, è stata vittima di una disattenzione dell’autista, la cui corretta visuale era occlusa inoltre da un pannello pubblicitario istallato sul cruscotto del mezzo, cosa ovviamente non ammessa dal Codice della strada” racconta Antonio Gennari.
“Avrebbe dovuto procedere con la massima cautela e, anche secondo il consulente tecnico della Procura, questo non è avvenuto. Siamo fiduciosi del fatto che l’iter processuale non mancherà di attribuire le giuste responsabilità – conclude Antonio – e nel frattempo continueremo a batterci perchè quell’attraversamento pedonale in particolare sia reso ancora più sicuro, affinchè non debba mai più ripetersi una tragedia simile”.
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