Per alcuni capi d’imputazione la prescrizione è ormai realtà, per altri (come quelli riguardanti la corruzione) è un’ombra che incombe. Ecco perché sarà necessario correre in questa fase finale del processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che vede alla sbarra un’impiegata della Prefettura, Simona Granatiero (difesa dall’avvocato Salvatore Mirabile), un avvocato, Silvia Baldassarre (difesa dal legale Erminia Imperio), due intermediarie cinesi (Xiang Aimei detta Kelly – che si sarebbe avvalsa della collaborazione dell’avvocato Baldassarre -e Xia Lihong detta Lee, entrambe difese dall’avvocato Carlo Bergamasco) e un’altra trentina di persone, anche loro per la grande maggioranza di nazionalità di cinese.
I fatti d’altronde risalgono al periodo tra 2011 e 2012. L’accusa, in buona sostanza, è quella di aver messo in piedi una “corsia preferenziale”, per usare le parole del pm Isabella Cavallari che mercoledì pomeriggio ha iniziato la requisitoria, “un sistema che grazie ai contatti di due cinesi con la Granatiero queste erano stato in grado di alimentare una filiera di pratiche”. In sostanza: false dichiarazioni di residenza tra Migliarino e Ferrara che gli immigrati cinesi pagavano profumatamente (anche 10mila euro) per ottenere ricongiungimenti familiari o il rinnovo del permesso di soggiorno.
Il pm, anche se con un po’ di difficoltà (testimoniata anche da una prima ordinanza contraria del collegio giudicante), ha provveduto a contestare alle quattro imputate principali anche un aggravante specifica per aver fatto entrare nel territorio più di cinque immigranti in maniera illecita.
Le parti a questo punto, vista la modifica dell’imputazione, hanno chiesto un termine a difesa e il processo è stato aggiornato al prossimo 18 dicembre – ma sarà un’udienza ponte – e poi all’11 e 13 marzo del prossimo anno per la conclusione, prima che la prescrizione ne falci una buona fetta.
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