Cronaca
19 Novembre 2019
Rigettata la richiesta del pm a carico di un alto dirigente della Prefettura e due interinali in servizio all'Asp indagati per abuso d'ufficio. Il giudice: “Quadro indiziario non sufficiente”

Accoglienza e controlli ‘telefonati’. Il gip nega le misure cautelari

di Daniele Oppo | 3 min

Leggi anche

Processo stadio. “Tutti i margini di sicurezza non erano stati rispettati”

Prosegue il processo nato dall'inchiesta relativa alle presunte difformità strutturali dello stadio Paolo Mazza, riscontrate durante il cantiere per i lavori di ampliamento dell'impianto sportivo cittadino fino a 16mila posti, avviato dopo la permanenza della Spal in Serie A nel campionato di calcio 2018-2019

La droga nel fazzoletto da naso sporco

La seconda persona è stata controllata in viale IV Novembre. Nascosta accuratamente all’interno di un fazzolettino sporco utilizzato per soffiarsi il naso, c'erano circa 5 grammi di hashish. Con sé aveva anche 480 euro in contanti. Per tale ragione l'uomo è stato denunciato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio

Il giudice per le indagini preliminari ha rigettato le richieste di misura cautelare presentate dalla procura nei confronti di un alto dirigente della prefettura e di due interinali in servizio all’Asp indagati per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dell’accoglienza dei migranti a Ferrara.

Sulla base di una vasta informativa della Guardia di Finanza, comprensiva anche di numerose intercettazioni, il sostituto procuratore Andrea Maggioni aveva chiesto per la sospensione cautelare dai pubblici uffici, contestando loro di aver ‘telefonato’ i controlli alle cooperative impegnate nei Cas, i Centri di accoglienza straordinaria e in alcuni casi di aver suggerito come compilare in maniera non veritiera i registri delle presenze. Per il gip, però, il quadro indiziario non è così solido.

Il giudice ha rilevato che l’avviso del controllo faceva parte di un modus operandi stabilito in un apposito tavolo tecnico: gli operatori di Asp agivano sulla base di quelle direttive e venivano avvisati non più di 20 ore prima dalla Prefettura al fine di avvisare i responsabili dei Cas: “Lo scopo – ricostruisce il gip sulla base delle memorie depositate dagli indagati – era quello di garantire la presenza del responsabile del Cas sul posto (i Cas sono strutture sparse sul territorio provinciale,in alcuni casi appartamenti in cui non è stabilmente presente il responsabile) in modo che l’ispezione non andasse a vuoto”. Anche ammettendo che questo sistema fosse stato poco lecito “non può chiedersene conto a due impiegati interinali che agiscono seguendo le indicazioni presumibilmente concordate a livello amministrativo fra i vertici degli enti coinvolti nella gestione del servizio sulla base di scelte non sindacabili in questa sede”.

Neppure sui  ‘suggerimenti’ per la compilazione dei presenziari  – in particolare a favore della cooperativa Vivere Qui sulla quale è emerso un quadro “di diffusa irregolarità” nella tenuta dei registri –  il giudice vede materializzarsi un reato, anche perché era stabilito da un apposito protocollo che in presenza di discrasie vi fossero prima dei contatti telefonici per chiarire le posizioni in sospeso. In ogni caso “non vi è prova – scrive il gip – che le modifiche o correzioni suggerite dagli impiegati Asp nell’ambito dell’attività di monitoraggio e controllo loro attribuita dei registri presenze siano state fraudolente ovvero che i medesimi abbiano agito con l’intenzione di coprire illeciti altrui di cui avevano avuto cognizione”.

Secondo il giudice “deve tersi conto del contesto emergenziale in cui gli indagati hanno agito, di una regolamentazione del sistema complessiva e di massima, evolutasi progressivamente a partire dal 2017 (con il decreto Minniti, ndr), momento nel quale veniva istituito il registro presenze nel quale gli accolti dovevano giornalmente deporre le firme. […] in questa sede non si ritiene sia stato integrato un quadro indiziario sufficiente a dimostrare la dolosa ed intenzionale violazione da parte degli indagati di una norma di legge o di regolamento”,  scrive il giudice per le indagini preliminari  che concude: “Allo stato non sono emerse intese intercorse fra i pubblici funzionari ed i privati gestori, né sono desumibili dal contesto fattuale, dai rapporti personali tra le parti o da altri elementi oggettivi. In genere è emersa omogeneità nei rapporti con tutti gli enti gestori”.

Ricordiamo che sulla base della sola notizia sulla richiesta di misura cautelare, l’Amministrazione comunale di Ferrara aveva annunciato l’avvio dell’iter per la sospensione cautelativa dei due interinali dell’Asp, il cui contratto, peraltro, è in scadenza a fine anno.

“Siamo molto soddisfatti per la decisione del giudice – commenta l’avvocato Carmelo Marcello che difende uno dei due interinali dell’Asp – e con il massimo rispetto per chi ha fatto le indagini, riteniamo che la versione data dal mio cliente sia servita a chiarire ogni aspetto. L’augurio adesso è questa decisione favorevole possa essere presa in considerazione anche dagli amministratori comunali”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com