Spettacoli
17 Novembre 2019
Appuntamento lunedì 18 al teatro Comunale con il quintetto guidato da Nicola Bruzzo

Da Beethoven a Sostakovic con i giovani violini di Ferrara

di Redazione | 3 min

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Da Beethoven a Šostakovič: sarà un ampio repetorio quello proposto lunedì 18 novembre – alle ore 20.30 presso il Teatro Comunale Claudio Abbado – da Ferrara Musica, con il concerto cameristico che costituisce l’evento finale del Progetto Lauter per la stagione 2019/2020. Protagonista sarà il quintetto formato dai violinisti Stephen Waarts e Nicola Bruzzo, la violista Karolina Errera , il violoncellista Alexey Stadler e il pianista Gabriele Carcano, che proporranno al pubblico un programma musicale che spazia .

Lauter è un progetto di divulgazione musicale ideato e diretto da Nicola Bruzzo, giovane violinista ferrarese dalla carriera internazionale. Si tratta di un’iniziativa inserita fin dal suo esordio nella stagione di Ferrara Musica, che riesce nel difficile intento di avvicinare i ragazzi delle scuole superiori alla musica classica grazie a una formula efficace: coinvolgere attivamente i giovani nell’organizzazione dei concerti, per creare un pubblico consapevole e partecipe, stimolare tra i ragazzi curiosità e attenzione nei confronti di un mondo considerato spesso molto distante.

Il progetto è cominciato ad ottobre, e ha coinvolto gli studenti di quattro scuole: il Liceo Roiti, il Liceo Ariosto, l’Istituto Bachelet e il Liceo Carducci. Gli allievi delle quattro scuole sono stati formati per costituirsi in gruppi di lavoro autonomi, capaci di preparare, promuovere e gestire uno spettacolo o un concerto dal vivo. Sono state fornite agli alunni le basi del managing e della comunicazione culturale, per farli diventare i curatori degli eventi performativi che si sono tenuti venerdì 15 novembre nelle scuole e per lo stesso concerto finale di lunedì sera, che anche questa volta come già nelle passate stagioni fa registrare il sold out, a dimostrazione dell’efficacia del progetto.

Il programma musicale propone in apertura il Trio op. 11 “Gassenhauer” di Beethoven, composto nel 1798. In quegli anni Beethoven si fece un nome come pianista e improvvisatore e come compositore di musica per pianoforte. Nel Trio sono già evidenti la sua impronta personale e il virtuosismo pianistico, sempre messo al servizio di un’idea musicale capace di penetrare struttura e materia sonora. L’ultimo movimento è costituito da un Tema con nove variazioni dal carattere brillante che riprende quello dell’aria “Pria ch’io l’impegno” tratta dall’opera di Joseph Weigl L’amore marinaro, ossia il Corsaro, rappresentata a Vienna nel 1797. Era un’aria così celebre a quel tempo che il Trio op. 11 di Beethoven è conosciuto anche col nome di Gassenhauer Trio, dove con Gassenhauer si intende una canzone nota a tutti.

Subito dopo verrà eseguita la celebre Sonata n. 21 op 53 detta anche “Waldstein” dal nome del dedicatario – il conte Ferdinand von Waldstein – che fu uno dei primi generosi mecenati di Beethoven. Di carattere decisamente virtuosistico per gli arditi passaggi che la contraddistinguono, l’op. 53, che è nota anche con il sottotitolo di “Aurora”, è un’opera imponente e piena di forza vitale, caratterizzata da profondità d’ispirazione e virtuosismo strumentale.

La seconda parte del concerto prevede l’esecuzione del Quintetto in sol minore op. 57 per pianoforte e archi di Šostakovič, autore fra i protagonisti del modernismo russo e fra i più importanti del Novecento musicale. Il brano nacque nel 1940 su commissione del moscovita Quartetto Beethoven che lo eseguì con il compositore stesso al pianoforte. Il risultato fu un immenso successo che procurò a Šostakovič il Premio Stalin oltre a un enorme riconoscimento in denaro di centomila rubli, spesso citata come la più grande somma mai procurata da un brano musicale da camera. Relativamente precoce nel catalogo del compositore, l’opera è rimasta uno dei quintetti più noti ed eseguiti del repertorio.

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