Il carcere di via Arginone
Un altro episodio, l’ennesimo, con un agente di polizia penitenziaria aggredito da un detenuto nel carcere di Ferrara. Lo stesso detenuto che, come riferiscono dal sindacato Sappe e dall’Osapp, la settimana scorsa aveva aggredito un ispettore e un assistente capo.
Questa volta a farne le spese è stato un sovrintendente della polizia penitenziaria in servizio in via Arginone, che non dovrebbe aver subìto particolari conseguenze.
Il fatto è avvenuto lunedì 14 ottobre: “Un detenuto italiano – riferisce Claudio Caruso, vicesegretario del sindacato Osapp – ha colpito al volto un appartenente al Corpo di Polizia penitenziaria. Pare che il malcapitato sovrintendente abbia ricevuto un pugno ed un colpo con un corpo contundente, dovendo ricorrere alle cure del pronto soccorso di Cona”.
“Si tratta di un caso clinico? – chiede Caruso – Allora non può stare in carcere perché in carcere si dovrebbe fare rieducazione. Un caso psichiatrico, come appare essere il detenuto citato, dovrebbe essere curato in strutture apposite. Perché non si attiva un protocollo che possa dare indicazioni alla Polizia Penitenziaria su come evitare di tornare a casa passando dall’ospedale? A quando l’adozione di un protocollo sanitario che avvii il trattamento sanitario obbligatorio per tali individui destabilizzati e destabilizzanti? Non ci fa piacere apparire sui giornali, ma nel silenzio delle direttive chi ci rimette è sempre la Polizia penitenziaria”.
“Sarebbe opportuno – è l’appello di Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesso Campobasso, segretario nazionale – anche in ossequio alle disposizioni ministeriali, che lo stesso detenuto venisse trasferito dal carcere di Ferrara ad altra struttura. Come già denunciato nel corso della recente conferenza stampa la situazione a Ferrara è davvero al collasso a causa delle continue aggressioni al personale. Una situazione che rischia evidentemente di diventare esplosiva”.
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