Politica
24 Luglio 2019
Il capogruppo Federico Soffritti scrive a Manuela Macario (Arcigay): la sua è stata solo una funzione di passacarte

Interpellanza omofoba, “l’ordine venne dal nazionale di Fratelli d’Italia”

di Redazione | 3 min

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Un pentimento tardivo forse. O magari un tentativo di calmare le acque dopo il rumore nazionale provocato dalla sua interpellanza che presuppone un “movente Lgbt” nella vicenda dei bambini in affido di Bibbiano. Fatto sta che nei giorni scorsi Federico Soffritti, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha contattato personalmente Manuela Macario di Arcigay.

Il contatto è avvenuto per il tramite di un amico di Soffritti, suo compagno di avventura con Laboratorio civico, costale del Movimento 5 Stelle ferrarese. “Questo amico – racconta Macario – ha chiesto di fare da paciere, difendendo Soffritti e sostenendo che quella interpellanza non è farina del suo sacco, bensì gli è stata ordinata dall’alto”.

Dello stesso tenore le giustificazioni via telefono che arrivano di lì a poco dal consigliere comunale: “Un Soffritti piagnucolante – riporta l’esponente di Arcigay – mi dice che quel documento non era nelle sue intenzioni, ma è stato costretto. È una disposizione che viene dal Nazionale. Lui, mi dice, non è un mostro e che cose simili non capiteranno più fino a che lui sarà capogruppo di Fdi”.

L’amico a quel punto chiede un incontro chiarificatore per seppellire l’ascia di guerra. Macario in un primo momento acconsente. Ma poi le arriva via mail un documento. A inviarlo è l’amico di Soffritti. Si tratta di una dichiarazione congiunta firmata da Soffritti e, qui la sorpresa e lo sconcerto, da Macario.

Questo amico le propone in sostanza una dichiarazione congiunta. Chiede se ritiene necessarie alcune modifiche e, in caso contrario, di dargli il via libera per darlo alla stampa.

“Sono rimasta esterrefatta – confessa Macario -. Gli ho risposto che se non cancellava immediatamente quel documento, o se per caso lo avesse inviato a qualcuno, avrei agito per vie legali. Come si permette di mettermi in bocca dichiarazioni non mie? e che soprattutto non condivido? qual è il fine?”.

La risposta è stata un innocuo tentativo di mediazione. “Non so che mediazione sia possibile – riprende Macario -, visto che Arcigay è una associazione e lui rappresenta un partito. Se Soffritti vuole fare delle dichiarazioni di presa di distanza da quello che ha fatto e chiedere scusa alla comunità lgtb bene, ma io cosa c’entro? io sono parte lesa. E in ogni caso non esiste mediazione sui diritti civili”.

Di qui le riflessioni: “credo che queste persone non si rendano conto della gravità delle cose che dicono o scrivono. Il signor soffritti ha ricevuto ordini dall’alto, ma li ha eseguiti senza la minima consapevolezza del significato profondo di questa interpellanza. E lui ora cerca una mediazione con noi? Assistiamo a un macabro tentativo di spostare l’attenzione dal problema vero, la tutela dei bambini e arrivare alla verità. E invece Fdi, Lega e adesso M5S come sciacalli sfruttano questa situazione per fare campagna elettorale in vista delle regionali”.

Un ragionamento confermato indirettamente dallo stesso Soffritti, che ammette come sia ovvio che “i vertici di FdI – riprende la ricostruzione di Macario – stanno sfruttando questa cosa a fini politici”.

“Siamo di fronte a dilettanti allo sbaraglio – conclude Macario – con l’aggravante che non si rendono conto delle conseguenze di quello che fanno o che gli viene ordinato di fare. Le conseguenze purtroppo sono reali: il presidente di Arcigay Bologna ha ricevuto via telefono minacce di morte. A Rimini un ragazzo è stato picchiato perchè si è dato un bacio con il suo fidanzato. La consigliera regionale che ha presentato la legge contro l’omotrasnfobia si è trovata mentre andava al lavoro uno striscione di Forza Nuova, oltre a insulti via social. Da quando si è sdoganata l’idea che nei confronti delle persone lgbt si possa dire e fare di tutto il risultato è che siamo tutti in pericolo”.

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