Cento
4 Giugno 2019
Il sindaco Toselli l'aveva fatto rimuovere ma ora al palazzo del Governatore appare quello dedicato a Falcone e Borsellino: "Le motivazioni erano bufale"

Striscione per Regeni, Lodi (Pd): “Ingiustizia commessa con l’arma della menzogna”

di Redazione | 3 min

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Cento. “Un’ingiustizia commessa con l’arma della menzogna”. Il consigliere comunale Piero Lodi (Pd) torna sulla vicenda dello striscione per Giulio Regeni, fatto togliere dal municipio dal sindaco Toselli, accusando il primo cittadino e l’amministrazione di aver giustificato il gesto con una motivazione che si è rivelata una bufala. La dimostrazione sarebbe il fatto che sulla facciata del palazzo del Governatore è apparso nei giorni scorsi lo striscione dedicato a Falcone e Borsellino con la scritta “per non dimenticare”.

La contraddizione sottolineata da Lodi sta nel principio richiamato da Toselli a proposito dello striscione per Regeni, quando il sindaco dichiarò che l’amministrazione non intendeva “aderire a nessuna campagna di sensibilizzazione nazionale e internazionale su edifici pubblici promossa attraverso l’esibizione di striscioni”. Lo striscione su Falcone e Borsellino smentirebbe invece le dichiarazioni del primo cittadino centese: “Era una ‘balla’ sacrosanta”, commenta Lodi.

“Delle due l’una – aggiunge il consigliere dem -: se sindaco e amministrazione hanno cambiato idea sul loro (assurdo) principio che vedeva Cento non aderire a queste forme di sensibilizzazione (a differenza della grandissima parte dei Comuni italiani), allora si esponga di nuovo immediatamente lo striscione di Regeni. Sarà mia cura donarlo a semplice richiesta all’Amministrazione comunale. Se invece non ci fosse stato alcun cambio di prospettiva, si registrerebbe così l’ennesima “bufala” raccontata da questa Amministrazione e dal sindaco in particolare alla città. Come “bufala” (per rimanere alla sola vicenda “Regeni”) è stata quella affermata in consiglio comunale dal capogruppo di maggioranza Mark Alberghini che aveva preso l’impegno di organizzare come Amministrazione altre forme di sensibilizzazione. Ma in tre anni non si è visto assolutamente nulla”.

A Lodi la vicenda dello striscione per Regeni sta particolarmente a cuore “perché la drammatica ed ancora troppo misteriosa morte del giovane ricercatore italiano meriterebbe molta più sensibilità e serietà da parte di una città con la tradizione democratica e inclusiva di Cento”, oltre al fatto singolare che “proprio attorno a uno striscione che chiede “verità e giustizia” il sindaco Toselli abbia commesso una ingiustizia (verso la famiglia Regeni e i tanti che si battono per questa nobile causa) usando proprio l’arma della menzogna”.

“Impossibile del resto – attacca ancora Lodi – è dimenticare le parole di un giovane consigliere di maggioranza (Edoardo Fiocchi) che, intervenendo in Consiglio proprio sul caso Regeni (quello fu uno dei due soli interventi da lui pronunciati in tre anni!), ricordò che Regeni “era un collaboratore del Manifesto”, come se questo fatto costituisse un elemento di colpa, quasi una attenuante per ciò che gli era capitato. Sicuramente per lui era un buon motivo per etichettare come “di sinistra” la battaglia di chi oggi chiede per questo ragazzo e per il mondo intero verità e giustizia. Mai errore di valutazione fu più clamoroso. Le battaglie giuste debbono essere di tutti. E la storia di Amnesty ne è la migliore garanzia. Ora si rinsavisca e si ricucia (esponendo di nuovo lo striscione) questo strappo con la cultura centese, col buonsenso e con il senso di umanità”.

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