Codigoro
28 Aprile 2019
Il vescovo al meeting organizzato a Pomposa dall'Arcidiocesi: "L'ansia della Chiesa è per le sorti della famiglia umana e della creazione tutta"

Perego al Convegno sul Clima: “Minaccia del secolo, incide anche sui flussi migratori”

di Redazione | 3 min

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Codigoro. Nella cornice dell’Abbazia di Pomposa, che sabato pomeriggio ha ospitato il convegno ‘Clima e Salute’ organizzato dall’Arcidiocesi, il vescovo estense Gian Carlo Perego ha portato il suo contributo con una riflessione accurata su quello che è considerata “la più grande minaccia del secolo alla salute globale”.

“Il mondo scientifico e l’opinione pubblica si mostrano sempre più consapevoli e preoccupati per l’incidenza che i cambiamenti climatici già oggi comportano sulla salute delle persone, ma il cammino è colpevolmente lento, con continui rimandi e ritorni indietro, per egoismi nazionali, interessi costituiti”.

“È indubbio – prosegue Perego – che proprio le modificazioni indotte sul clima comportino ricadute molto pesanti per intere popolazioni, soprattutto per quelle più fragili, nei Paesi economicamente più svantaggiati, esponendole ad alterazioni della disponibilità e della qualità di acqua, aria, cibo, prodotti agricoli. A questi elementi si aggiungono effetti indiretti, come l’instabilità economica e il potenziale aumento dei conflitti legati alla scarsità delle risorse, che hanno conseguenze sul piano della sicurezza e dell’equità, oltre ad essere fattori determinanti nelle migrazioni climatiche”.

“Nel 2018 – conteggia Perego – i migranti forzati per motivi ambientali sono stati oltre 22 milioni, il numero più alto dei 68 milioni di rifugiati, tre volte i migranti in fuga dalla guerra. In questo contesto dovremmo anche chiederci se i flussi migratori che si stanno riversando in Europa, oltre che a problemi di instabilità politica, non possano anche essere ascritti a fattori climatici e alle loro ricadute sanitarie: problematiche che richiedono non solo politiche securitarie, ma anche sanitarie e sociali. Per questo motivo, la legislazione italiana aveva già previsto fin dal 1998 un permesso di soggiorno per motivi umanitari a chi fugge da un Paese per motivi ambientali”.

In un focus più locale, il vescovo di Ferrara-Comacchio cita il ‘Piano regionale Prevenzione 2015-2018’, che stima per l’Emilia-Romagna un 13% del carico di malattia dovuto all’inquinamento ambientale. “Le ripercussioni importanti del problema non sono così distanti da noi: credo che le politiche legate all’energia, all’agricoltura e allo sfruttamento del suolo non possano prescindere da analisi di tipo sanitario e sociale, che tengano conto delle esigenze delle popolazioni, soprattutto più deboli, penso agli anziani e ai bambini, o più povere”.

L’intenzione dichiarata nel corso del Convegno non è quella di “offrire soluzioni tecniche al degrado ecologico e alle ricadute sulla salute: questo compito – ricorda Perego – spetta ai tecnici, agli scienziati e ai responsabili politici del bene comune, ma a noi tutti spetta la responsabilità di essere ‘custodi’ del Creato, maturando un’etica comune nel rispetto di un principio fondamentale: tutelare la salute dell’essere umano, di ogni essere umano, e la salute di ogni essere vivente.

“L’ansia che la Chiesa nutre – conclude – è per la sorte della famiglia umana e della creazione tutta: è necessario rendere attenti credenti e non credenti a custodire e amministrare la Creazione nel suo complesso, quale dono consegnato alla responsabilità di ogni generazione, perché la riconsegni quanto più integra e umanamente vivibile per le generazioni a venire, anzitutto a tutela della salute e della vita di tutti”.

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