Politica
27 Febbraio 2019
L'amarezza del padre di Federico per le parole del candidato sindaco di Gol. Vitellio (Pd): “Ora servono risposte nette da questore e prefetto”

Aldrovandi-Gad. Papà Lino a Rendine: “Quanta pochezza in certe affermazioni”

di Redazione | 3 min

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È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

“Caro Federico, avrei potuto starmene in silenzio, ma non riesco”. E così, giustamente, Lino Aldrovandi, come spesso accade – ancora oggi, a quasi 14 anni dalla tremenda morte del figlio -, si vede costretto a prender parola per difenderne la memoria. Il motivo è la chiamata in causa da parte di Francesco Rendine durante il consiglio comunale di lunedì – ribadita peraltro in una lettera mandata alla stampa martedì che ne ricalca i contenuti – in cui il consigliere di Gol, candidato sindaco, vede un collegamento tra l’omicidio di Aldrovandi da parte di quattro poliziotti e le difficoltà delle forze dell’ordine in Gad.

“La tua morte qualcuno la chiama ancora disgrazia. Quelle 54 lesioni, ancora disgrazia. Quei calci inferti senza motivo da quell’omino in piedi con una divisa addosso, mentre tu eri a terra bloccato senza una ragione, ancora disgrazia. Quelle grida di basta e aiuto da te proferite, per quell’azione improvvida e violenta, sentite da testimoni a centinaia di metri dal luogo del tuo omicidio, ma non da chi ti stava uccidendo senza una ragione, ancora disgrazia – scrive su Facebook Lino Aldrovandi -. Forse qualcuno non ricorda il processo parallelo a quello del tuo omicidio dove si affrontavano i depistaggi e le omissioni. Forse qualcuno non ha letto bene le sentenze dove il I° giudice, seppur seguendo il percorso dell’eccesso colposo in omicidio colposo, parla di dolo eventuale…. Ma caro Federico, come scrisse il Giudice l’indagine la fece la polizia su se stessa e non ho voglia di dilungarmi oltre. Cosa c’entri il cosiddetto Gad con te Federico, non capisco proprio. Quanta pochezza, constato ancora in certe affermazioni”, sottolinea amaro Aldrovandi.

“Ricordo però positivamente sia il Sindaco Sateriale, sia il Sindaco Tagliani, persone che in quei tristi momenti si posero dalla parte del diritto e del rispetto alla vita, ovvero dalla parte sia della famiglia Aldrovandi che della stessa Polizia – afferma infine Lino, ancora rivolto a Rendine che aveva accusato il Comune di aver preso troppo le parti della famiglia, senza considerare i quattro poliziotti -. E di questo, io e te Federico non ci dimenticheremo mai. Ma questo, mio malgrado constato ancora, che è una cosa difficile da praticarsi”.

Tra i critici si fa sentire Luigi Vitellio, segretario provinciale del Pd. “Ieri in consiglio comunale il consigliere Francesco Rendine ha dichiarato che le forze dell’ordine non si sono sentite tutelate durante la ‘vicenda Aldrovandi’. Scarsa tutela che comporta un atteggiamento di disimpegno sulla zona Gad, come ritorsione politica. Credo sia un’affermazione di una gravità inaudita – afferma il consigliere -. Sono certo che arriverà una risposta chiara e netta da parte delle Istituzioni preposte: Questore e Prefetto. Abbiamo sentito per troppo tempo rappresentanti sindacali che hanno sfruttato questo tema, ad esempio per farsi eleggere alle elezioni politiche, oggi servono parole chiare da parte delle istituzioni”

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