Un momento concitato dell’assemblea pubblica
di Giuseppe Malatesta
Comacchio. Fiume in piena erano e fiume in piena promettono di restare i detrattori della ‘Fabbrica delle Polveri’, riuniti nel Comitato che raggruppa civici e rappresentanti politici comacchiesi nella battaglia contro l’insediamento produttivo che la ditta imolese Sacmi vorrebbe attivare sul litorale. A qualche ora dall’assemblea infuocata, annullata in corso d’opera da un’amministrazione comunale che nulla ha potuto per arginare la protesta dei No Cercom, gli animi si sono tutt’altro che raffreddati.
IL SINDACO
All’indomani dei fatti, Marco Fabbri affida alla sua pagina social il suo commento amareggiato e indignato. Porta all’attenzione uno dei messaggi di sostegno ricevuti da uno dei “tanti cittadini ‘azzittiti’ che, senza pregiudizi, avrebbero voluto porre interrogativi alla ditta proponente, magari non condividendo il progetto, ma apprezzando il dialogo e il confronto”.
“Se un tempo eravamo un popolo di poeti, santi e navigatori, oggi siamo un popolo spesso incivile, maleducato, di tuttologi trasversalmente competenti in economia, scienza, calcio, critica, eccetera. Nei Paesi democratici la libertà di pensiero è il diritto a coltivare e a sviluppare il proprio modo di pensare. A questo si accompagna la libertà di parola, che garantisce l’espressione di ciò che si pensa e l’ascolto di ciò che pensano gli altri. Non ascoltare gli altri, censurarli con un atteggiamento di costante intimidazione è il metodo violento che viene utilizzato dai prepotenti”.
Fabbri resta dell’idea che “prima di tutto viene la salute e il rispetto dell’ambiente: non ho pregiudizi, prima di dire no a nuova occupazione, senza conoscerne i reali impatti, attendo che gli enti competenti in materia si esprimano” ribadisce. “Le slide di presentazione del progetto elaborate dalla Sacmi saranno disponibili online, anche se non avranno lo stesso significato”.
IL MOVIMENTO
Tra le componenti più agguerrite del Comitato, il meetup 5 Stelle ‘Comacchio e Lidi’ non depone l’ascia e replica duramente ai proponenti. “Fabbri – dice la coordinatrice Cora Bonazza – gioca la carta del vittimismo: chi era lì per porre domande poteva intervenire, ma nessuno lo ha fatto. Ci dà degli incivili e degli antidemocratici: nessuna colpa, solo il merito di aver difeso i cittadini da un incontro che avrebbe mal spiegato il progetto, senza Arpae né Ausl. Continueremo a farlo se necessario”.
“Anche in questo caso Sacmi avrebbe intortato i cittadini, come con le emissioni di vapore acqueo. Tutto è partito da lì, ci siamo sentiti offesi e presi in giro e ci siamo affidati a pareri esperti finanziati da noi. Sacmi e amministratori partecipino al nostro incontro per il No, sabato sera a Palazzo Bellini, non perdano questa occasione. Vogliono un confronto democratico? Se ci sono anche gli enti di controllo ci stiamo, in quel caso non sentiranno volare una mosca. Serve equilibrio, trasparenza e chiarezza: se ci fossero state non sarebbe sorto un Comitato”.
La grillina chiude con un commento sull’iniziativa di Ascom Comacchio pubblicizzata nei giorni scorsi: “Un sondaggio sulla Cercom? Che credibilità potranno avere i risultati di un faidatè? Loro non sono nessuno per sondaggiare, esistono strumenti adatti. Le firme certificate raccolte con la nostra petizione hanno un valore, altro che sondaggi improvvisati”.
IL COMITATO
Più diplomatica e figurata l’analisi del gruppo ‘No alla Fabbrica delle Polveri’, indignato da “una democrazia fuori tempo massimo, come un primo che arriva all’ora del caffè, una portata indigesta che, secondo il sindaco, i cittadini avrebbero dovuto mandar giù. Un teatrino senza nemmeno la preannunciata presenza degli enti preposti alla valutazione: sul palcoscenico solo la visione unilaterale dell’azienda”.
“La mise en place di due giorni fa si è presentata in ritardo non solo di venti minuti (giusto per ridurre ulteriormente lo spazio per le domande del pubblico), ma di ben sette mesi. Da tanto infatti l’amministrazione conosce il progetto, e si limita a caricarlo sul proprio sito mettendo alla prova le competenze informatiche e tecniche dei suoi cittadini: documenti in continuo aggiornamento intricati più della tela di un ragno”.
“A chi spetterebbe districare il groviglio e renderlo accessibile All’amministrazione. ll giornaletto ‘Comacchio Informa’ (pubblicazione istituzionale dell’ente, ndr) ne ha parlato, dice il sindaco. Certo, ma limitandosi a elogiarne gli aspetti così come può dirsi bella una mela avvelenata. I cittadini non meritano questo pasto indigesto e l’hanno dimostrato con un segnale che vale più di mille parole. Ma soprattutto senza insulti, parolacce, o epiteti. E senza “rissa”, come qualcuno, sulla stampa, ha invece riportato, con scorrettezza e falsità ai limiti del dovere informativo deontologico giornalistico”.
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