Comacchio
13 Dicembre 2018
Clima infuocato a Palazzo Bellini: "Qui facciamo Parigi". Fabbri tenta di placare le rumorose contestazioni ma poi è costretto ad annullare l'incontro. Il Comitato irritato dall'assenza degli enti territoriali

“Comacchio non vuole la fabbrica ex Cercom”, in 200 bloccano l’assemblea pubblica

di Redazione | 2 min

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Comacchio. Clima a dir poco incandescente a Palazzo Bellini, nella sala polivalente infuocata dal No – letteralmente urlato – al progetto di ristrutturazione della Ex Cercom. Nulla ha potuto l’amministrazione comunale di fronte alla rumorosa protesta degli oltre 200 cittadini che hanno accolto l’invito della cosiddetta ‘Operazione Trasparenza’, la  prima assemblea ottenuta dopo mesi di richieste, organizzata per fugare dubbi e perplessità, annullata dopo un’ora di tentativi di placare gli animi.

Solo il sindaco, Marco Fabbri, riesce a prendere la parola, introducendo l’incontro e ripercorrendo l’iter iniziato la scorsa primavera, anche ribadendo l’intenzione di rimettersi completamente al parere dei tecnici e degli enti coinvolti nella Conferenza dei Servizi, gli stessi che hanno declinato l’invito a presenziare all’assemblea.

Proprio la loro assenza non va giù ai cittadini, disinteressati da quanto la ditta proponente abbia da raccontare: “Dove sono l’azienda sanitaria, il Parco, Arpae, la Soprintendenza, la Provincia e tutti gli altri?” urlano dalla platea. C’è tutto il Comitato ‘No Fabbrica delle Polveri’ accomodato in sala, con le sue diverse anime, da Legambiente Delta – il suo presidente Marino Rizzati chiede a gran voce di registrare e mettere agli atti l’incontro – a Pro.sec.ca, con la vicepresidente Grazia Benetti a tu per tu con Fabbri per rivendicare i diritti dei ‘turisti residenziali’ e la polizia municipale chiamata ad intervenire, il Movimento 5 Stelle Comacchio e Lidi, la cui coordinatrice Cora Bonazza è un fiume in piena.

La protesta loro e dei cittadini lagunari è convinta quanto quella formale portata avanti da civici e politici a suon di comunicati stampa e interrogazioni, ma a Palazzo Bellini si fa parecchio più colorita, animata e argomentata veemenza. “Non ce la farete, non vi vogliamo, tornate a casa, Comacchio non vuole nessuna fabbrica, bugiardi, favolisti, questa volta non farete come dite voi, qui facciamo Parigi”: sono alcune delle contestazioni più vivaci rivolte agli imprenditori imolesi (e agli amministratori), intervenuti solo a margine per un commento.

Costretto ad annullare l’assemblea, Fabbri ha sottolineato più volte, coperto e interrotto dalle urla di contestazione, il venir meno di “un’opportunità utile a trovare le risposte che si cercano”. Non riuscendo a convincere chi rivendicava un “confronto vero” e rigettava le esposizioni tecniche del progetto. “Non vogliamo nemmeno sentir parlare, che non accetteremo mai”.

Lo spazio che i detrattori chiedono è sostanzialmente quello per portare avanti le ragioni del No. “Da sette mesi i cittadini aspettano di poter parlare – afferma Rizzati (Legambiente) -, si preveda un confronto vero, non aspetteremo ancora”.

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