La vittima Ermanno Panato

Argenta. La data dei funerali non è stata ancora stabilita. Prima bisogna attendere il riconoscimento ufficiale della salma, che si trova a disposizione del magistrato presso l’istituto di medicina legale di Ferrara, e poi l’esito dell’eventuale autopsia.

Ma per Ermanno Panato, il ciclista di 83 anni che ha perso la vita lunedì, investito da una macchina, mentre in sella alla sua bici attraversava la Statale 16 (via Celletta) all’altezza dell’incrocio con via Magrini, ora resta solo il ricordo di una “persona buona, disponibile, perbene, e anche brava nello svolgere un tempo il suo lavoro”.

Con queste parole, che valgono come manifestazione di affetto e vicinanza alla famiglia, l’intera comunità di Argenta e dintorni si stringe attorno al dolore che attanaglia in particolare il figlio Davide (il padre delle due nipotine che prima di morire aveva da poco fatto visita) e la figlia Antonella residente invece a Treviso.

Panato in pensione dal 2002 e vedovo da quasi due anni, nel corso della sua attività di autocarrozziere durata oltre cinquant’anni (gestita in società) è stato insignito di diverse menzioni professionali: maestro artigiano conferitogli dall’accademia arti e mestieri e quello alla carriera rilasciato dalla sua associazione di categoria: Cna.

Nutriva una grande passione sportiva, amava il calcio. In condivisione col figlio tifava per la Juventus, tanto che anche la bici portava i colori bianconeri. Ogni qualvolta la squadra del cuore scendeva in campo, si recava, accompagnato dal figlio appunto, ad assistere alle partite trasmesse sul maxi schermo tv al Bar Circolo Acli di San Biagio, di cui era socio. E dove, anche qui, erano molto conosciuto.

L’incidente è avvenuto intorno alle 17.15 di lunedì, mentre l’anziana vittima tornava a casa. Ma a due passi dalla sua abitazione è stato travolto da una Golf condotta da una donna di 46 anni del posto, rimasta illesa ma sotto choc. Per le gravi ferite riportate invece Panato, che è volato per una decina di metri battendo violentemente la testa sul parabrezza e poi sull’asfalto, è praticamente spirato sul colpo. Vano ogni tentativo di rianimarlo da parte dell’equipe medica del 118.