Mesola
19 Ottobre 2018
Spiegamento di uomini e mezzi per bloccare un 51enne in stato di alterazione. Sul posto a Monticelli di Mesola anche due negoziatori specializzati in trattative

Barricato in casa con otto fucili e munizioni, carabinieri in forze lo neutralizzano

di Redazione | 4 min

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Monticelli (Mesola). Barricato in casa con 8 fucili da caccia e 1.200 munizioni, in uno stato di alterazione psicofisica forse dovuto anche all’assunzione di droghe. E’ bastato questo, stamattina a Monticelli di Mesola in via Zeffo Rovere, per far scattare la procedura d’emergenza dei carabinieri e far convergere sulla zona uno spiegamento di uomini e mezzi degni del peggior terrorista, in realtà un uomo in stato di confusione mentale che avrebbe comunque potuto compiere gesti irrazionali e mettere a repentaglio l’incolumità di molte persone.

Tutto è partito dalla visita della madre al figlio 51enne, nella sua casa isolata nella campagna mesolana, “attivata” dall’amico dell’uomo che avrebbe dovuto accompagnarlo per portare l’auto a Ravenna. Quando la signora ha suonato, il figlio si è sporto dalla finestra minacciandola di allontanarsi altrimenti le avrebbe sparato con i suoi fucili da caccia, regolarmente detenuti per l’attività venatoria. A quel punto la donna ha lanciato l’allarme ai carabinieri di Mesola e la procedura di emergenza, attorno alle 9 del mattino, è scattata. Sul posto si sono portati i militari delle Compagnie di Comacchio e Copparo che hanno cinturato l’area, sono arrivati uomini del Comando provinciale ed è stato allertato anche il “negoziatore” (un carabiniere appositamente formato per questo genere di situazioni) con il Nucleo Investigativo. Avvisato anche il Comando Generale dell’Arma che ha inviato due team a supporto con gli scudi balistici, attrezzature che servono a proteggere in maniera totale i militari da eventuali pallottole, oltre alle protezioni dei giubbotti antiproiettile indossati da tutti i carabinieri in azione.

Dell’uomo barricato in casa i carabinieri, con l’ausilio del negoziatore, hanno cercato di tracciare il profilo psicologico, tentando un contatto, senza ottenere risposte, attraverso i suo cellulare e i suoi profili social. Profilo che è emerso in gran parte dialogando con l’amico che avrebbe dovuto accompagnarlo a Ravenna, con la madre e la famiglia, ma anche con l’ex fidanzata (una relazione che si era interrotta due anni fa). Dopo aver delineato il quadro psicologico del soggetto, è stato chiamato un negoziatore di secondo livello (di stanza a Livorno) per procedere passo dopo passo alla trattativa con una persona che si è appurato essere in stato di psicoalterazione.

Lui, il 51enne, sembrava non avesse alcuna intenzione di uscire dall’abitazione, né di far entarre alcuno, tanto che le tapparelle alle finestre erano tutte abbassate e la porta d’ingresso, come alla fine si è potuto verificare, era stata bloccata con una sedia. Il timore, tuttavia, era che l’uomo potesse uscire di casa armato e sfuggire al controllo, tenendo conto della presenza di abitazioni a circa 200-250 metri e agricoltori nei campi. L’area è stata dunque ‘cinturata’ anche con personale in borghese ed è stato chiamato sul posto anche un elicottero del Nucleo di Forlì per poter controllare dall’alto l’eventuale fuga dell’uomo dalla porta sul retro della casa che dà direttamente sui campi.

Alla fine, attorno alle 13, il 51enne è riuscito a raggiungere la sua auto parcheggiata in cortile, sanza armi al seguito, per darsi alla fuga imboccando la strada asfaltata verso Mesola. Un gesto che non poteva passare inosservato, tanto che dopo pochi metri una vettura dei militari si è posta di traverso e ad armi spianate l’uomo è stato fermato e immobilizzato, per essere subito portato in caserma e, in seguito, in ospedale per controlli psichiatrici e valutare un eventuale Tso.

I primi a entrare nella sua abitazione hanno trovato una situazione di degrado in stato avanzato, con sporcizia e rifiuti ovunque, frigo vuoto e cibo disseminato nelle stanze. Ovviamente erano presenti i fucili da caccia e le munizioni, pronti per essere usati, che sono stati sequestrati, mentre si procederà alla revoca del porto d’armi.

Dai primi accertamenti si è compreso che il 51enne, che aveva un tenore di vita piuttosto elevato anche in virtù degli affitti percepiti dalle sue proprietà (circa 4mila euro al mese), da tempo aveva dissapori con la famiglia e in particolare con la madre per questioni economiche. Sembra infatti che la donna avesse deciso di bloccare il conto corrente per impedirgli di dilapidare il patrimonio. Sulle motivazioni che stanno alla base del suo stato di alterazione si stanno comunque compiendo ulteriori e approfonditi accertamenti. Al momento l’uomo è stato denunciato a piede libero per minaccia aggravata alla madre e procurato allarme.

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