Argenta
23 Settembre 2018
La struttura era collassata circa tre anni fa divenendo pericolosa per la circolazione

Da lunedì i lavori di rifacimento del ponte Ovarette

di Redazione | 2 min

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di Giada Magnani

Argenta. Ai blocchi di partenza i lavori di rifacimento del ponte Ovarette che attraversa il canale consortile di via Parata, all’incrocio con via XXIV Maggio tra le località di Filo e La Fiorana di Bando.

Un intervento, questo, il cui costo si aggira intorno ai 170.000 euro e che prevede la chiusura dei tratti delle due strade interessate dal cantiere.

In sostanza da domani, lunedì 24 settembre, e sino al 4 dicembre prossimo, quella zona sarà delimitata e recintata e verrà interdetto il traffico veicolare ad eccezione dei mezzi dei residenti, quelli di emergenza e dei possessori di aziende e terreni agricoli vicinali. Ma la velocità dovrà rispettare il limite dei 30 chilometri orari.

Anche se si procede a rilento, sono vietati ovviamente i sorpassi, e anche la sosta, con eventuale rimozione forzata dei veicoli trasgressori. Il provvedimento prevede anche l’apposizione di apposita segnaletica di strada a fondo chiuso, con l’indicazione dei percorsi alternativi: al chilometro 3,300 di via parata all’intersezione con via Porto Vallone; quindi all’inizio di via XXIV Maggio e al chilometro 1,200 di via Gorizia laddove si unisce con via Oca Pisana.

Il ponte, così come quello denominato Zaffardino, anch’esso su via Parata e che necessita pure lui di essere ricostruito (la spesa sfiora i 90.000 mila euro) è collassato circa tre anni fa, divenendo pericoloso per la circolazione. Dopo una prima limitazione al transito di camion e altri mezzi pesanti, si è deciso, onde evitare rischi per la sicurezza viaria, ciclisti e pedoni compresi, per una sua definitiva inacessibilità. Si tratta di strutture insomma che cadono in acqua, a pezzi, facendo franare anche la banchina stradale. Le loro parti portanti, murature, arcate e parapetti, sono state danneggiate oltre che dal passaggio di carichi particolarmente gravosi, anche dagli eventi naturali che hanno peggiorato le loro già precarie condizioni di instabilità.

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