Codigoro
25 Luglio 2018
A dieci giorni dalla prima fiamma, il centrodestra palesa le perplessità sulla composizione della catasta: "Tutto regolare? Non prendiamo per oro colato quanto affermato dall'amministrazione".

Ex Falco, il tempo dei dubbi: l’opposizione pretende un Consiglio ad hoc

di Redazione | 3 min

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Codigoro. Dieci albe e dieci tramonti hanno accompagnato il rogo ancora attivo nello stabilimento Kastamonu di Pomposa, dieci giorni di allarme e disagi, di emergenza e preoccupazione che non ha risparmiato nessuno, cittadini, amministratori, soggetti preposti alla gestione del caso.

Tanti i dubbi che continuano ad accompagnare codigoresi e non, principalmente legati alla natura del materiale bruciato: fotografato e filmato da ogni angolazione, dall’interno e dall’esterno della recinzione, il vulcano fumante ha riempito le gallerie dei motori di ricerca lasciando poco all’immaginazione.

Da sabato 21, per presidiare l’area e tenere lontani curiosi, fotografi e giornalisti locali – quelli nazionali latitano – sono stati impiegati operai e volontari della sezione locale dell’Associazione Nazionale Carabinieri. “Spiacenti, non si può passare”. Non serve avvicinarsi più di tanto per notare che il rogo è più contenuto rispetto ai primi cinque o sei giorni critici. Merito anche dei grossi escavatori e degli bulldozer in azione nel piazzale. Si torna alla normalità, e pian piano a respirare aria libera da fumo.

Il ‘pian piano’ tuttavia potrebbe perdurare ancora giorni, se non settimane, perché il cuore del rogo non è cosa facile da stanare.

“L’aria è pura come a Cortina. Sui terreni solo minime tracce di sostanze nocive. Nulla ha inquinato le falde acquifere e nessuna conseguenza negativa vi sarà, in futuro, per le persone oltre che per la flora e la fauna selvatica del Parco del Delta”. Così narrano gli esponenti del centrodestra codigorese (Obbiettivo Comune), rinnovando le critiche alla gestione dell’emergenza. “Nonostante tutto – scrivo – il sito è off limits, è vietato avvicinarsi per ordine esplicito della multinazionale Kastamonu che, con un laconico ed unico intervento, senza contraddittorio, ha sottolineato, giorni addietro, l’investimento economico fatto in loco, tranquillizzando tutti sul fatto che, a bruciare, è solo legna. Eppure l’odore acre suggerisce ben altro e l’affermato, ma non certo, spegnimento delle fiamme con il diradarsi dei fumi, evidenziano un enorme catasta che par composta dai materiali più svariati”.

Possibile che sia tutto regolare? Che nulla impedisca per legge di creare siti di stoccaggio rifiuti di così evidente pericoloso volume? Questo si chiedono i cittadini a cui intendiamo dar voce, senza limitarci a “prendere per oro colato” quanto finora affermato da un’amministrazione più interessata ad evidenziare i benefici dei futuri i posti di lavoro che a tutelare i codigoresi e le loro attività commerciali.

Un tavolo di confronto con tutti i soggetti coinvolti, “indispensabile e non più rimandabile (ancorché tardivo)”, questo è quanto “pretende” il centrodestra. “Associandosi a quanto chiesto anche dalle altre forze di opposizione, chiediamo l’immediata fissazione di un consiglio comunale straordinario in orario serale così da consentire alla cittadinanza tutta la possibilità di partecipare e conoscere finalmente il reale stato delle cose”.

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