Attualità
17 Luglio 2018
Quattro mesi di lavori su statua e colonna. Il manufatto verrà portato a terra e sarà visibile dalla cittadinanza

Guardare Ariosto negli occhi, con il restauro si può

di Elisa Fornasini | 3 min

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“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Cau, tutti le informazioni per l’assistenza nei giorni festivi

In occasione di due settimane in cui si stanno susseguendo numerosi giorni festivi, le Aziende Sanitarie ricordano gli orari di attivazione del servizio di Continuità Assistenziale per la cura e assistenza alla cittadinanza nei momenti in cui non sono presenti i medici di medicina generale

Un’occasione più unica che rara per guardare Ludovico Ariosto nelle palle degli occhi. È con questi termini che l’assessore ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi presenta i lavori di restauro della statua simbolo di piazza Ariostea che a fine luglio verrà smontata e messa a terra per il più corposo intervento restaurativo dal 1833, anno in cui il Comune di Ferrara decise di porre la scultura ariostesca sulla colonna dell’allora piazza Nuova.

La statua di Ariosto ha 185 anni e li sente tutti. Dal basso – unica visuale finora possibile – li porta ancora bene, ma basta salire di quota e avvicinarsi per scoprire il degrado strutturale e superficiale del manufatto alto circa quattro metri.

Le analisi e indagini specialistiche del cosiddetto “cantiere della conoscenza” – che ha accompagnato la fase di progettazione del recupero – hanno infatti rilevato danni innescati dall’ossidazione dei metalli che amplifica l’erosione e provoca fratture e distacchi.

Ne deriva che il nostro Ariosto soffre di problemi di ‘postura‘. Il busto è inclinato e i restauratori ‘ortopedici’ hanno optato per una soluzione drastica ma armonica: sostituire il podio lapideo e posizionarlo leggermente inclinato al fine di centrare il baricentro. Interventi di consolidamento invisibili a occhio nudo – rispetto alla pulizia, il cui bel colpo d’occhio sarà inevitabile – ma necessari per sistemare le lesioni.

“È il secondo dei tre lotti di intervento per la riqualificazione di piazza Ariostea, finanziata per la maggior parte del Ducato Estense – spiega l’assessore Aldo Modonesi -. Per la prima fase, riguardante il rifacimento della pubblica illuminazione, si stanno concludendo le opere edili ed entro agosto verranno montati i corpi illuminanti a doppio braccio”.

Il secondo lotto – che riguarda appunto il restyling della statua e della colonna – inizierà tra fine luglio e inizio agosto, quando l’Ariosto verrà staccato e posizionato a terra “per rendere più semplice i lavori e per immaginare un restauro visibile a cittadini e turisti, che per la prima volta potranno apprezzare da vicino la statua e la qualità del recupero”.

Domani (mercoledì 18 luglio) è prevista la formale consegna dei lavori alla ditta Gerso di Ravenna – specializzata nel restauro di opere d’arte e rappresentata in conferenza dal presidente Ruggero Rosetti – che si è aggiudicata la gara d’appalto da 296mila euro. Il doppio cantiere (uno per la statua e uno per la colonna) durerà quattro mesi ma “occuperà solo il parterre centrale della piazza, attorno al basamento della colonna, mentre l’anello e i gradoni continueranno a essere fruibili alla cittadinanza” assicura l’architetto comunale Angela Ghiglione, affiancata dalla progettista del restauro Benedetta Cagliotti.

“Ferrara esce da un complessivo percorso di maquillage come una città strutturalmente più sicura ed esteticamente più bella – commenta in chiusura il sindaco Tiziano Tagliani – grazie a una serie di cantieri finanziati da risorse pubbliche e private che ci consente, in questo ultimo caso, di preservare una delle emergenze architettoniche della città che ha subito più i danni dello smog che quelli del terremoto”.

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