Politica
29 Giugno 2018
Intervista di Estense.com al sindaco di Parma a Ferrara per presentare Italia in Comune

Pizzarotti: “Non saremo la stampella di nessuno”

di Marco Zavagli | 4 min

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Italia in Comune cosa ha di diverso da un movimento dal basso come almeno inizialmente si era posto il M5S?

Italia in Comune si sviluppa soprattutto sulla base delle competenze e delle rappresentanze territoriali. Non a caso è stato etichettato come il “partito dei sindaci”: siamo partiti dai territorio, dal radicamento territoriale, ma con la logica di chi sta dalla parte della maggioranza e ha acquisito le competenze per amministrare.

Più proposta che protesta insomma.

Aggiungo anche la volontà di non voler cercare a tutti i costi un nemico. Se pensiamo al fraseggio cui ci stanno abituando Lega e Movimento 5 Stelle, è evidente la strategia di voler creare un nemico e cercare di abbatterlo, che sia un nemico all’interno della società, pensiamo agli immigrati, o al suo esterno, come può essere l’Europa. Noi vogliamo parlare di quello che facciamo, non di quello che fanno gli altri brutti e cattivi.

Come giudica questo governo.

È ancora troppo presto per esprimere un giudizio, serve aspettare un anno. Fatti concreti non ce ne sono ancora stati. Se devo guardare i presupposti dal punto di vista mediatico, sembra che ci troviamo di fronte a una campagna elettorale permanente, con gli slogan attorno a immigrazione e reddito di cittadinanza, ma alla prova fatti ancora non ci sono state misure cogenti. Per ora noto delle contraddizioni evidenti non ancora esplicitate. Pensiamo, visto che siamo in Emilia-Romagna, al passante nord che ha visto la Lega da sempre favorevole e il M5S da sempre contrario.

Misure attuative ancora non ce ne sono state ma sicuramente segnali, all’interno e all’esterno del Paese, ne sono stati dati dal governo Salvini-Di Maio.

Se si accenna al blocco dei porti, mi pare siamo sempre sulla basse dei proclami, visto che di decreti in merito ancora non se ne vedono. Agendo così il messaggio che passa è quello della semplificazione dei problemi. Siamo alle battute da salotto televisivo. Invece chi amministra sa che la pubblica amministrazione si basa su norme e non su dichiarazioni.

Sarà possibile entrare in politica con Italia in comune anche per il classico signor nessuno?

La nostra base di partenza è fatta di gruppi spontanei. Sul nostro sito è presente una sezione, che verrà terminata a breve, con un apposito modulo di iscrizione on line. Attraverso quel modulo sarà possibile aderire per creare una sezione nella propria città o unirsi a una sezione già esistente.

Perchè ultimamente i Cinque stelle volano a livello politico e stentano a livello amministrativo?

Esiste in effetti questa grande differenza tra risultati a livello locale e a livello nazionale. Il M5S fatica molto nelle elezioni amministrative perché non sono abbastanza radicati sul territorio. Ormai ci sono sempre meno comuni con liste grilline che vanno al voto, proprio perché spesso non riescono a formare gruppi locali. Noi non vogliamo essere alternativi al MS5 né a nessun altro. Noi rivendichiamo una nostra identità, ecco perché tra le prime cose che abbiamo fatto c’è stata la Carta dei valori, dove definiamo chi siamo in termini di obiettivi e valori.

E chi siete?

Provo a sintetizzare in tre concetti chiave. Siamo europeisti, vogliamo ripartire dai territori guardando alla filiera territorio-competenza-persona, e cerchiamo integrazione. In un momento in cui la maggiore criticità è l’immigrazione. e il futuro vedrà questo tema al centro di una logica demografica mondiale, non può esserci chiusura ma analisi del problema.

Ferrara può diventare una seconda Parma? A livello locale abbiamo avuto gli esempi di Tavolazzi, entrato in consiglio comunale con una lista che aderiva al M5S, e di Marco Fabbri, diventato il primo sindaco grillino della provincia. Entrambi poi espulsi da Grillo.

Ferrara subisce sicuramente la stanchezza tipica di tutti quei comuni governati da sempre dal centrosinistra. E soffre anche a causa di problemi nazionali quali il degrado, l’insicurezza e l’immigrazione. Ogni territorio li vive come sue sclusività. Sicuramente serve un cambiamento. A Parma abbiamo cercato di fare una politica che guardi più ai programmi e alle esigenze dei cittadini e meno alle appartenenze. A Ferrara ci presentiamo per proporre la stessa ricetta.

Si potrebbe arrivare a una alleanza con il centrosinistra in vista delle elezioni comunali del 2019?

Questa sera ci limitiamo a far vedere ai ferraresi chi siamo. Abbiamo già sindaci in diverse parti dell’Emilia-Romagna che si sono già spesi per la nostra causa. In provincia di Ferrara hanno già aderito Marco Fabbri di Comacchio, come diceva lei, e Fabrizio Toselli di Cento. E altri ne verranno. Vogliamo essere un partito a se stante, non saremo la stampella di nessuno ma dialogheremo con le forze del territorio. Il confronto è aperto a tutti, sulla base del riconoscimento della Carta dei valori e della consapevolezza che se qualcuno si vuole sedere a un tavolo insieme a noi, deve prepararsi a discutere di idee e programmi, non di posti e poltrone. È questo che ha stancato gli elettori”.

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