Attualità
16 Aprile 2018
L’incontro a Viconovo con la giovane che ha ricevuto la donazione di midollo osseo dal presentatore tv recentemente scomparso

La ragazza salvata da Fabrizio Frizzi: “È stato il mio angelo in terra”

di Redazione | 4 min

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di Marcello Celeghini

Tante persone domenica mattina hanno gremito la chiesa di Viconovo per ascoltare la testimonianza di Valeria Favorito, la giovane ragazza che da bambina ha ricevuto la donazione di midollo osseo dal popolare presentatore tv Fabrizio Frizzi. Il commovente racconto della giovane è stato accompagnato anche dagli interventi dei vertici locali di Avis e Admo che hanno sottolineato l’importanza della donazione per dare una possibilità di vita a tantissime persone che, purtroppo, sono ‘Ad un Passo dal Cielo’.

E ‘Ad un Passo dal Cielo’ è proprio il titolo del libro che Valeria ha scritto alcuni anni fa per raccontare a tutti la sua storia di rivincita nei confronti della malattia che l’ha colpita quando era ancora bambina e che l’ha portata a conoscere il suo “angelo sulla terra”, ovvero Fabrizio Frizzi. I primi 11 anni di vita di Valeria sono quelli di una normale bambina piena di gioia e spensieratezza. Poi all’improvviso i primi sintomi della malattia.

“Era l’inizio di settembre del 1999, ero euforica perché di lì a poco avrei iniziato la prima media ma sentivo che nel mio corpo c’era qualcosa che non andava- racconta la giovane-. Iniziai a vomitare tutte le mattine, i dottori dicevano che era gastrite nervosa, poi a magiare poco e a sentirmi sempre più affaticata tanto da non reggermi più in piedi. Ad inizio novembre la terribile diagnosi: leucemia mieloide acuta. I medici dissero ai miei genitori che non c’era più nulla da fare”.

L’unica speranza era quella di trovare un donatore di midollo osseo compatibile attraverso il Registro Internazionale. “Ma a quel tempo c’era molta meno sensibilità rispetto ad oggi, poche infatti erano le persone iscritte al Registro. Un giorno arrivò la notizia che ne era stato trovato uno compatibile con me, ma occorreva fare in fretta perché le forze mi stavano lasciando -. Il trapianto avvenne domenica 21 maggio 2000″ prosegue nel racconto Valeria.

“Del mio donatore si sapeva solo che era uomo, romano e aveva 42 anni. Pochi giorni dopo durante una trasmissione tv fu detto che Fabrizio Frizzi aveva donato il midollo per salvare una persona. Ero sicura, così come i miei genitori, di essere io quella persona. Nel 2006, dopo essere guarita, seppi che Fabrizio era a Verona per una partita benefica allo stadio e decisi che quello era il momento giusto per ringraziarlo. Non fu facile poter entrare in campo a fine gara, ma con la complicità di un cassiere, ce la feci. Il momento in cui lo vidi fu davvero il momento più bello della mia vita. Era il mio angelo in terra”.

Da allora Fabrizio divenne uno di famiglia a casa di Valeria, una sorta di ‘fratello maggiore’. “Da quel momento ho iniziato a portare la mia testimonianza nelle scuole e a pensare di scrivere il libro per raccontare la mia storia affinché arrivasse a toccare il cuore di tante persone nella convinzione che donare sia davvero il più grande atto che possiamo fare per volerci bene”. Fra i banchi della chiesa c’era anche chi si è trovato dall’altra parte, ovvero nel ruolo di donatore. Barbara Malinverni, ferrarese, che nel 2005, con la sua donazione di midollo, ha salvato una bambina di appena due anni.

La testimonianza della ventinovenne veronese commuove l’intera platea presente in chiesa, compreso chi ogni giorno si trova ad avere a che fare con storie simili, come i volontari di Admo e Avis. “Valeria rappresenta le migliaia di pazienti bambini e ragazzi che hanno potuto continuare a vivere grazie all’immensa generosità di un donatore- sottolinea Maria Teresa Grappa, responsabile Admo Ferrara-. Dobbiamo aiutarci, poiché la compatibilità è molto rara: il rapporto è 1 su 100mila”.

La stessa commozione si percepisce anche nelle parole del presidente provinciale di Avis. “Se nessuno donasse più il sangue sarebbe un disastro per la nostra società poiché molti degli interventi chirurgici o terapie che si fanno normalmente non si potrebbero più fare- rivela Davide Brugnati, presidente Avis provinciale-. Occorre l’aiuto di tutti”.

Commosso anche il parroco di Viconovo, don Mauro Benazzi, che aveva programmato l’incontro da mesi. “Questa giornata l’avevamo pensata con la famiglia di Valeria quasi un anno fa, vista anche la richiesta dell’arcivescovo Perego di portare nelle parrocchie momenti di sensibilizzazione come questo, senza potere immaginare nel frattempo la scomparsa di Frizzi”.

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