Il bisogno di cancellare l’identità storica di un personaggio come Italo Balbo non può che essere un danno per la coscienza collettiva del popolo italiano, a maggior ragione se la damnatio memoriae colpisce in particolare la città che ha dato i natali al suddetto gerarca.
Eppure, a oltre settantanni dalla sua morte, Balbo fa ancora parlare di sé. Di recente infatti è tornato sulla scena politica nazionale dopo che Giorgia Meloni, fondatrice di Fratelli d’Italia, è stata denunciata per apologia di fascismo da parte dell’ANPI. La colpa? Aver indicato come patriota il nostro concittadino, intitolandogli una sala ad Atreju, la kermesse politica di Fratelli d’Italia tenutasi a Roma lo scorso settembre. Una censura applicata a priori, che non tiene in considerazione il messaggio che si voleva trasmettere e nemmeno il valore storico di un uomo che sebbene all’epoca fosse apprezzato in tutto il mondo, oggi bisogna nominare con attenzione. A lui è dedicata una via a Chicago, dove atterrò dopo aver trasvolato l’Oceanico Atlantico, fu fermo oppositore delle leggi razziali e cercò di contrastare l’entrata in guerra a fianco della Germania, eppure abbiamo visto che anche solo il suo nome è un tabù.
Allora, forse, per procedere nel percorso di creazione di una memoria collettiva condivisa di quegli anni è necessario superare queste prese di posizioni ideologiche e strumentali, spesso volte a zittire un avversario politico, che poco hanno di storico e nulla hanno di costruttivo.
Pertanto sarebbe un bene che anche Ferrara prendesse parte a questo processo, superando l’ipocrisia di aver intitolato una via a dei generici “trasvolatori atlantici” senza avere il coraggio di intitolarla a chi guidò e organizzò quel trasvolo, ossia Italo Balbo, e per questa ragione sarà un piacere per me presentare un ordine del giorno in Consiglio Comunale che vada in tale direzione.
Alessandro Balboni
Consigliere comunale Fratelli d’Italia
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